Sempre la stessa storia, ancora quella storia che tristemente si ripete, sulle gradinate di tutte le realtà calcistiche d’Italia.
La chiamano “discriminazione territoriale” quello stolto coro dettato dall’ignoranza.
È successo anche ieri, nonostante il lutto, intorno al braccio degli azzurri e nei cuori di un intero popolo, quello composto dai napoletani e dagli “innamorati di Napoli”, ovvero, la parte sana dell’Italia.
Il giudice sportivo ha comminato un’ammenda di 15mila euro al Cesena «per avere i suoi sostenitori, prima dell’inizio della gara con il Napoli e durante il secondo tempo, intonato cori insultanti per motivi di origine territoriale; sanzione attenuata ex art. 13, comma 1 lett. a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell’Ordine a fini preventivi e di vigilanza». Lo slogan razzista «Oh Vesuvio lavali con il fuoco», rivolto ai tifosi azzurri nella curva opposta, era partito proprio mentre terminavano le note di «Quando», diffusa dagli altoparlanti del Manuzzi per ricordare Pino Daniele. Alla società cesenate, come si legge nella sentenza del giudice sportivo, è stato riconosciuta la collaborazione con le forze dell’ordine, motivo per il quale la sanzione è stata attenuata.
Non esistono attenuanti, invece, per quella fetta d’Italia che rema contro l’evoluzione, ideologica ed affettiva dell’umanità.