Cava de’ Tirreni.Fino al 18 gennaio, presso il complesso monumentale di Santa Maria al Refugio di Cava de’Tirreni (ambienti del primitivo convento francescano della città risalenti ai primi anni del XVI secolo) riflettori accesi sui grandi del barocco napoletano con la mostra “L’Idea del Barocco a Napoli. Macchie e disegni di Luca Giordano, Francesco Solimena e seguaci (1670-1790)”, allestita nella Civica Galleria d’Arte che è situata all’interno dello splendido complesso. Il curatore della mostra, l’architetto Enrico De Nicola, ha sottolineato che il progetto e’ teso a celebrare la meravigliosa stagione del barocco napoletano e i suoi protagonisti. Le star dell’esposizione sono Luca Giordano e Francesco Solimena, in un percorso che si snoda attorno ai due grandi artisti di riferimento della pittura dei secoli XVII e XVIII.
Da una parte Luca “Fapresto“,(così veniva chiamato Giordano) un virtuoso del pennello capace di imitare, in tempi rapidissimi, la tecnica dei grandi maestri. La leggiadria e l’abilità dell’ artista che rielaborò personalmente gli stimoli che ereditava da Annibale Carracci, Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona sono al centro della mostra cavese.
Dall’altra Francesco Solimena, il più gettonato del ‘700 napoletano, che prendendo spunto dalla tecnica di Giordano la rielaborò per trovare il suo modo di esprimersi.L’Abate Ciccio – come era noto il Solimena – passò dalla prima fase barocca, dove Luca Giordano, Lanfranco e Pietro da Cortona rappresentano i maggiori riferimenti, alla svolta classicista, mediata dal Maratta, che lo portò ad un sempre maggiore equilibrio formale e a un linguaggio talvolta caratterizzato da accenti accademici.
La mostra cavese si articola tra i due fuochi che infiammarono la scena partenopea, mentre nel mezzo è inserito lo stuolo di grandi pittori che si riferirono all’uno o all’altro maestro che di volta in volta aggiungono all’esposizione una propria, personalissima nota come Giacomo Del Po, Domenico Antonio Vaccaro, Francesco De Mura, Corrado Giaquinto, Giuseppe Bonito, Jacopo Cestaro, Lorenzo De Caro, Gaspare Traversi, Domenico Mondo, Francesco Celebrano, Giacinto Diano, Fedele Fischetti, Pietro Bardellino.
Questa mostra ,come spiega De Nicola,nasce dall’idea di porre attenzione alla fase più intensa e creativa del processo di elaborazione di un’opera d’arte, quella preliminare: è la fase in cui l’artista si esprime in modo più diretto, con una libertà e un’energia che spesso si attenuano nell’opera finale. Particolare rilievo assumono, in tale processo, le ‘macchie’, (nome con cui venivano definiti a Napoli i bozzetti dipinti), i disegni preparatorii, i progetti iniziali delle opere che spesso risultano essere veri capolavori di espressione pittorica, oggetto dell’accanito interesse collezionistico soprattutto di francesi e inglesi.
La mostra è costituita da circa settanta opere, provenienti da collezioni private e in gran parte inedite e abbraccia un arco temporale (1670-1790) che attraversa la fase finale del Viceregno spagnolo, il Viceregno austriaco e la stagione felice dei regni di Carlo III e Ferdinando IV di Borbone: un’epoca di grande fermento culturale e artistico, efficacemente rappresentata dalla ricchezza espressiva delle opere esposte.
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni, che rappresentano in sintesi le varie fasi del Barocco napoletano, dal pieno splendore alla sue battute finali. Una quarta sezione descrive alcuni aspetti del disegno come strumento funzionale.
Parallelamente alla mostra è stato realizzato anche il relativo catalogo edito da Area Blu e curato da Enrico De Nicola e Viviana Farina.
Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti
Martedì, mercoledì, venerdì: 17-21
Giovedì: 10-13 17-21
Sabato e Domenica: 10-13 18-22
Lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti: tel. 089682118