La Camorra è un’entità astratta, in grado di concretizzarsi, senza preavviso, senza logica, senza pietà.
La Camorra conosce solo le sue regole e si rivela incapace di dispensare indulgenza nei confronti di chi le rinnega.
La Camorra non ha volto, seppur disponga di mille occhi; allo stesso modo, non ha un corpo ben definito, ma plurimi e viscidi tentacoli.
La Camorra non va in vacanza e non conosce Dio, nemmeno a Natale, ma preferisce giurare e professare eterna fedeltà alla cruenta barbarie insita nel verbo del Diavolo.
Non si è fatto attendere il primo agguato di Camorra del 2015.
Poco più di 48 ore di apparente serenità frettolosamente costrette a cedere il posto al prepotente ritorno agli spari.
La scorsa notte, in piazza Trieste e Trento, a due passi da Piazza del Plebiscito, location che ha ospitato il famigerato concerto di capodanno: dai genuini schiamazzi della festa ai sussulti degli spari.
La vittima dell’agguato è il nipote del boss Elia, clan egemone del Pallonetto di Santa Lucia. Erano all’incirca le 2.30 quando la vittima, Michele Elia, è giunto all’ospedale Pellegrini per farsi medicare una ferita d’arma da fuoco alla gamba.
Il 27enne avrebbe riferito di essere stato raggiunto dal proiettile poco prima in piazza Trieste e Trento da uno sconosciuto. Le sue condizioni non sono gravi. Le indagini delle forze dell’ordine sono in corso per ricostruire l’esatta dinamica.
Adesso, ci verrà nuovamente propinata la storia che è in atto l’ennesima ed incessante lotta tra clan rivali per contendersi il controllo del territorio, per legittimare agguati, spari e feroci azioni criminali. In realtà, la storia asserisce che gli spari, gli inseguimenti, i feriti e i corpi ricoperti da lenzuola macchiate d’inerme sangue, non mancano mai.
Anche quando il territorio è stato “conquistato” dal tiranno di turno.
Una città tanto grande, tristemente ridotta come una rinsecchita coperta, i cui stanchi e consumati brandelli vengono violentemente tirati, da un’estremità all’altra, nel vano tentativo di assicurare “calore e protezione” ad una porzione, a discapito di un’altra.
E, allora, perché ci ostiniamo a protrarre all’infinito l’affannosa ricerca di dinamiche che dovrebbero legittimare e in qualche modo ricostruire la logica della Camorra: la più grande scatola cranica, priva di cervello e satura di truculenta, nefasta, inumana e spietata crudeltà.