Stamane ho avuto la fortuna di incontrare ed offrire un caffè al signor Carmine, in arte “Sergio”, il nome col quale è conosciuto da tutti. Sergio è un simpaticissimo sessantaquattrenne che nella sua vita ha girato l’Europa, tra Francia, Spagna e Germania (difatti mastica 2 lingue oltre all’italiano), un girovagare all’insegna della sua passione per la musica, in quanto per anni è andato di città in città, schitarrando il rock delle band che spopolavano negli anni ’60 e ’70, come quello dei Rock Sabbath che ancora oggi canticchia in preda alla nostalgia. Purtroppo le sue mani sono troppo gonfie e sbucciate per poter ancora suonare il tanto adorato strumento e c’è quella frattura alla spalla che da un mese, ormai, non gli dà pace.
Oggi Sergio è disoccupato e spesso solo: i suoi familiari se ne sono andati, lasciandogli solo un appartamentino a Porta di Capua, ed anche la maggior parte degli amici e conoscenti non c’è più. Eppure una cosa che non lo abbandona mai è quel sorriso arzillo, accompagnato da un passo incerto ma constante, tutte caratteristiche che lo rendono un personaggio noto quasi a tutti nel suo quartiere. Con i pochi spiccioli che si procaccia e un po’ di solidarietà da parte dei residenti, oggi ha potuto apparecchiare la tavolta in maniera più che dignitosa: prima un salto dal pescivendolo, che nella busta gli infila quella manciata di alici in più che male non fa; lungo la strada un paio di amici gli regalano un pacchetto di sigarette, mentre dal salumiere, oltre al vino, la pelata per il sugo è in omaggio.
Ciò che dà molta forza a Sergio, oltre alla sua rara forza di volontà è sicuramente la fede verso la Madonna, con cui scambia spesso due parole attraverso la statuina che custodisce a casa con estrema cura. Questo Capodanno lo ha trascorso con alcuni amici che strimpellano musica, ascoltandoli presso Piazza San Domenico Maggiore, nonostante il freddo siderale di queste notti. E’ confortante constatare che nelle difficoltà spesso emergono anche i lati positivi: durante la nostra passeggiata molti volti si sono girati a salutare il simpatico vecchietto, alcuni si sono fermati a parlarci e altri ancora sottolineavano quanto fosse una persona brava e speciale. E’ quello spirito di solidarietà che ti aspetti da una città come Napoli, afflitta da così tanti problemi, eppure sempre lì a lottare, spesso fianco a fianco, per arrivare a domani.
“Adda passà a nuttata.”
Sperando che il calore della città partenopea continui a scaldare il cuore di Sergio e di molti altri che vivono nelle stesse condizioni, se non peggiori.