“Sei grasso, sei brutto, quanti brufoli che hai, sei una ragazza facile, sei uno sfigato”.
Grossolanamente, sono queste le frasi che più rimbalzano da un adolescente all’altro, causando inasprimenti, odi, rancori che talvolta concorrono a generare pensieri asfissianti che culminano nella brutale ed estrema soluzione del suicidio.
La morte, spesso e volentieri, non pone ragioni o torti, non innalza vincitori o sconfitti, non è luce né oscurità. Tuttavia, in alcuni casi è fonte di riflessione, specie per chi attraversa un’età difficile, come l’adolescenza, scandita da amori, amicizie, lacrime ed insicurezze.
In Italia, secondo una stima, si verificano circa 4000 casi di suicidio all’anno e ben il 10% delle vittime è rappresentato da adolescenti; il più delle volte la causa è l’abuso di droghe, alcool o l’ingestione di prodotti per la casa, ma non mancano episodi di autolesionismo, impiccagione o impatto contro un veicolo.
Ma quali sono, dunque, i motivi che conducono al compimento di un gesto tanto estremo?
I casi più frequenti derivano da un ambiente familiare instabile e disturbato che concorre a rendere tutt’altro che agevole e fluido il dialogo con i genitori, generando, così, l’accumulo di stati d’animo fallimentari che collocano, inoltre, l’adolescente al centro di pressioni continue.
Inoltre, un elemento che sicuramente favorisce l’indebolimento psicologico di un giovane, va riscontrato nell’insorgenza di un deleterio stato di depressione dettato da insuccessi scolastici, amicizie e/o infatuazioni sbagliate e – come detto – conflitti familiari.
Gli scenari di morte e suicidio, dunque, attualmente sono in continuo aumento, dato che nitidamente emerge dai social network, i quali si avvalgono di sistemi di controllo e tutela della privacy alquanto labili.
I giudizi sull’aspetto fisico sono i maggiori artefici di insicurezza e depressione tra i giovani che, arrivati al culmine della sopportazione, non riescono più a nascondersi, nemmeno dietro ad uno schermo, scegliendo la via più breve, ingiusta e dolorosa.
Ricordiamo alcune delle vittime più recenti, Nadia ed Aurora, entrambe 14enni, precipitate sull’asfalto conseguenzialmente ad un volo di morte spiccato da due palazzi diversi, eppur accomunate dai medesimi disperati sentimenti. In ambedue i casi è finito nell’occhio del ciclone il social Ask.fm, molto in voga tra i più giovani che si divertono a porre domande anonime agli utenti. Scenario che come la storia contemporanea sancisce, ben si presta all’insorgenza di autentici fenomeni di cyberbullismo nei quali, proprio le anime più fragili e tormentate rimangono, tristemente ed irrimediabilmente, imbrigliate.