Baby killer, ignari, inconsapevoli di riconoscersi come tali e di rilevare la gravità insita nelle loro stesse azioni, incapaci di comprendere che quell’ingenuo gesto può generare morte.
Negli ultimi giorni la morte generata da proiettili esplosi accidentalmente da minori è un fenomeno che si ripropone con triste incidenza, in Italia, così come in America.
La prima tragedia si è verificata nella cittadina di Hayden, nello stato americano dell’Idaho. Un bimbo di due anni ha sparato e ucciso la madre di 29 anni. In base alle prime ricostruzioni, mamma e figlio erano in un negozio di Wal Mart quando il piccolo ha afferrato, non si sa come, l’arma da fuoco che era nella borsa della giovane e ha esploso il colpo letale. Per la donna non c’è stato nulla da fare. Pare che la vittima avesse un porto d’armi regolare e che, insieme al marito, coltivasse un’autentica passione per le armi, tant’è vero che la pistola che ha generato la sua stessa morte, le era stata regalata a Natale proprio dal marito, all’interno della borsa che disponeva di un’apposita tasca/custodia dalla quale il piccolo, però, fin troppo facilmente è riuscito ad estrarla. Troppo piccolo per comprendere la gravità del suo gesto, troppo inesperto per conoscere la differenza tra un’arma da fuoco e una pistola giocattolo. Una vita stroncata, una vita spezzata che accidentalmente si è privata dell’amore e delle premure di una madre.
L’incidente è avvenuto nel reparto di elettronica del Wal Mart ed è stato ripreso da una telecamera a circuito chiuso che ha poi aiutato gli investigatori a determinare la dinamica della tragedia immortalano una scena orribile: il bimbo si avvicina alla madre, prende dalla borsetta una pistola, la punta contro di lei, spara. E l’ammazza.
Il negozio è stato chiuso ed evacuato, subito dopo la sparatoria.
Capodanno parimenti sconcertante anche in Italia, allorquando una bambina di 11 anni, durante il pomeriggio di ieri, è morta in seguito alle ferite causate da un colpo d’arma da fuoco, a Pregasina, località vicino a Riva del Garda, in provincia di Trento.
La pistola, secondo quanto riferiscono i carabinieri intervenuti sul posto, appartiene al padre della piccola, un agente di polizia. La bambina, probabilmente, stava maneggiando l’arma quando è partito il colpo letale.
Dopo una prima ricostruzione dei fatti, gli inquirenti non hanno dubbi sulla morte accidentale della bambina di 11 anni, frutto di una tragica fatalità. L’arma si trovava in una custodia nel cassetto della scrivania del padre, agente in forza stradale. La disgrazia si è verificata mentre i genitori stavano lavorando nel giardino dietro casa. La bambina avrebbe trovato la pistola nel cassetto e l’avrebbe presa in mano, poi è partito il colpo. I genitori sono subito accorsi e hanno lanciato l’allarme, ma per la bambina ormai non c’era più nulla da fare. Inutile l’intervento dell’elicottero di Trentino Emergenza.
Tragedie evitabili, forse no, al cospetto di queste morti, resta solo un inconfutabile dato con il quale fare i conti: si tratta di un fenomeno in ascesa che impone ai detentori di armi di custodirle e nascondere con maggiore scrupolo.