28 dicembre, ore 4.30 del mattino: un SOS viene lanciato dal largo delle coste albanesi, dove la Norman Atlantic giace avvolta tra lingue di fuoco.
Il traghetto, proveniente da Igoumenitsa (Grecia Nord Occidentale), avrebbe dovuto gettare la sua ancora nel porto di Ancona alle 17 dello stesso giorno. Ma qualcosa è andato storto.
Nel garage è divampato un violento incendio, che ha coinvolto in breve tempo l’intera imbarcazione, trasportante circa 600 uomini. Grazie ai soccorsi tempestivi, i superstiti ammontano a 427, mentre è giallo sui 98 dispersi.
Sono invece 10 i decessi ufficialmente accertati, tra cui quello di Michele Liccardo, 32 anni, originario di Villaricca, che si separa dalla moglie e dai suoi due figli. Era impiegato presso l’Eurofish di Volla (Napoli) come autotrasportatore e si era recato in Grecia assieme ad altre due vittime, Giovanni Rinaldi e Carmine Balzano, per ritirare un carico di anguille da rivendere poi per Capodanno.
In seguito all’incendio era riuscito a mettersi in comunicazione con il titolare della ditta, avvisandolo che lui e i due suoi colleghi erano salvi su una scialuppa. Da allora il silenzio.
Probabilmente la morte è avvenuta a causa delle temperature estremamente rigide, dopo che il destino beffardo gli ha voluto regalare un’ultima illusione: quella di poter riabbracciare nuovamente i propri cari.
I suoi concittadini si mostrano amaramente sorpresi e profondamente sconvolti dalla notizia, asserendo: “Non riusciamo ancora a credere che sia accaduta una cosa simile dopo le tante disgrazie che proprio recentemente sono accadute in mare. Questo 31 Dicembre lo vivremo nel ricordo di un lavoratore e di un padre che non dimenticheremo mai più”.
È andato via troppo presto Michele, una vita piena di sogni e progetti, una delle numerose vittime di tragedie che si consumano senza un’apparente logica. Prematuramente è scomparso un lavoratore che stava compiendo il proprio dovere, in un periodo dell’anno in cui si vorrebbe che la serenità e la gioia prevalgano sulle tristezze, anche solo per un attimo, anche solo per illusione.
Martina Benadusi