Il freddo è un mostro senza volto, capace di ibernare le vite precarie.
Già, il freddo: il peggior nemico dei clochard e dei senzatetto.
Si può osteggiare la fame, arrancando fortunosi Bocconi di sopravvivenza, ma non si può sfuggire alla latente ferocia di quelle lame glaciali che intorpidiscono i sensi, fino a soffocarli.
Quanto accaduto oggi a San Giuseppe Vesuviano lo conferma, lo ricorda, lo ribadisce, lo sottolinea.
“Un invisibile”, un uomo senza nome e senza vita, è stato ritrovato in un casolare.
Probabilmente proveniente dall’Europa dell’est.
Probabilmente di età compresa tra i 40 e i 50 anni.
Probabilmente ucciso dal cruento freddo che incombe sulla Campania in questi giorni.
Questo è quanto racconta di sé quel corpo inerme, questo è quanto lascia dedurre, perché illeso e non abraso da ferite o da violenti segni capaci di disegnare l’ipotetico scenario di una lite, una colluttazione.
Tutto tace in quel fatiscente casolare, dove quel corpo si è adagiato lasciandosi sopraffare dal mantello di gelo che gli ha tolto la vita.
Infatti, mentre nel cuore di Napoli, in virtù delle rigide temperature che contraddistinguono i giorni lungo i quali si accingono a scorrere i titoli di coda del 2014, le stazioni metropolitane di Museo e Vanvitelli rimangono aperte anche di notte, proprio per agevolare la lotta per la sopravvivenza dei senzatetto, in periferia e in provincia la situazione è ben più ostica, in quanto scarseggiano luoghi da adattare a temporanei rifugi per “i residenti nel mondo” e l’epilogo al quale vanno incontro queste labili e precarie vite, ne rappresentano l’amara conseguenza.