Tecniche ben affinate, supportate dal calcolo di ogni dettaglio e astuzia: queste le qualità che figurano sul curriculum criminale della banda composta da otto stranieri che hanno messo a segno sette furti nell’aversano, undici nel Vomero e cinque colpi nel salernitano e che ieri sono stati ammanettati con le accuse di furto aggravato e associazione per delinquere.
Inoltre, come marchio di fabbrica, dopo aver commesso i furti lasciavano un segno sulla porta dell’abitazione.
Le indagini iniziarono nell’aprile scorso, quando un cittadino georgiano, dopo essere stato inseguito dalla Guardia di Finanza, subì la perquisizione dell’auto con la conseguente scoperta di parecchia refurtiva rubata poche ore prima nei pressi di Aversa e da allora, tramite intercettazioni e controlli, furono scoperti tutti gli altri colpi messi a segno.
La banda, composta principalmente da uomini di nazionalità georgiana, studiava ogni minimo spostamento che si verificava nelle abitazioni finite nel mirino ed una volta che i calcoli collimavano, si procedeva con il furto e con l’incisione finale sulle porte.
A capo dell’organizzazione c’era un lituano di 34 anni, residente a San Cipriano: “la mente” che escogitava i piani per derubare le dimore, quasi sempre nelle ore notturne, ma, soprattutto, quando veniva rilevata l’assenza di abitanti all’interno degli appartamenti che, inconsapevolmente, creavano la condizione ottimale per consentire alla banda di procedere con i saccheggi di ogni sorta di materiale e pezzi pregiati: argenteria, oro, abiti costosi che venivano poi ricettati in poco tempo, spesso nell’arco della stessa notte.