“Te piace o’ presepio?”
Così Eduardo De Filippo, in una delle tante simpatiche scene di Natale in casa Cupiello, cerca di invogliare il figlio Tommasino detto Nennillo ad apprezzare il presepe, al cui assemblaggio, con tanta cura e passione, ogni anno, si dedica.
Luogo comune piuttosto erroneo è quello di additare l’opera teatrale in questione come un cinepanettone un po’ vintage e retrò da guardare sul divano con la famiglia, dopo il cenone della vigilia: ebbene, Natale in casa Cupiello è tutt’altro.
Le risate sono l’anteprima della lacrima finale, quando Luca Cupiello, ”uomo di fiducia” della tipografia presso cui lavora da anni, prima di morire, agonizzante nel letto, chiede per l’ultima volta al figlio: “Te piace o’ presepio?” il quale, dopo tanti e ripetuti no, questa volta sussurra un malinconico “si” tra le lacrime.
Un’opera che sa unire comico e tragico, lasciando l’amaro in bocca come quello che Luca sente dopo aver assaggiato il caffè di Concetta sua moglie.
Proprio così, infatti, si apre la commedia: il risveglio di Luca, tra il freddo della mattina e l’amaro caffè.
L’unico pensiero fisso di Luca Cupiello è di continuare a preparare il tradizionale presepe, nonostante la diffidenza della moglie e del figlio e mentre è intento a creare la sua opera, in casa irrompe Ninuccia, la figlia, alquanto nervosa per l’ennesima lite col marito e la giovine confessa alla madre la forte tentazione di abbandonare il tetto coniugale per scappare con il suo amante Vittorio, con tanto di lettera d’addio già scritta al marito. Concetta, tra la disperazione, riesce a strappargli la lettera, ma, dopo uno svenimento, se la lascia scappare di mano e viene ritrovata poi da ‘Lucariello’ che inconsapevolmente consegna la missiva nelle mani del genero.
Mentre Concetta è indaffarata nel preparare il cenone della vigilia di Natale, Tommasino porta a casa Vittorio, l’amante di Ninuccia nonché suo amico. Lucariello e Concetta si contendono l’ospite a cena, poiché il marito insiste nel farlo restare, mentre la moglie, al corrente della storia segreta con sua figlia, non gradisce la sua presenza. Alla fine è Luca ad avere la meglio, ma all’arrivo di figlia e genero la situazione degenera, allorquando Nicola, il marito di Ninuccia, dopo aver letto la lettera, si ritrova faccia a faccia con l’amante di sua moglie.
Quando Luca viene a conoscenza di quanto accaduto, in virtù della forte stima che nutre per suo genero, sprofonda in una condizione psico-fisica talmente precaria da ridurlo in fin di vita, mentre il suo capezzale è attorniato da amici e parenti le cui speranze di veder migliorare le condizioni di Don Luca sono riposte nell’avvento dell’acclamato genero Nicolino.
Luca è, però, soggetto a continue allucinazioni che lo inducono perfino a benedire l’unione tra Ninuccia e Vittorio (che Luca, in preda alle allucinazioni, aveva confuso con Nicola), proprio mentre sopraggiunge il vero genero che, alla vista di quella scena, dev’essere trattenuto con la forza dai presenti.
Il medico consegna false speranze alla moglie e al figlio, ma rivela la verità al fratello: a Luca rimangono poche ore di vita.
La scena si conclude proprio con l’ultima famosa domanda di Lucariello al figlio: te piace o’ presepio?