I 30 anni passati dalla morte del più grande leader della storia del PCI, Enrico Berlinguer, probabilmente sono serviti più a renderne il ricordo nitido e nostalgico, anziché farlo sbiadire. A testimonianza di ciò anche la cerimonia tenutasi oggi nel primissimo pomeriggio a Via Toledo, dove le istituzioni, parte della cittadinanza ed altre figure hanno reso omaggio alla memoria di uno dei più grandi politici della storia repubblicana di questo Paese, assegnando il nome di Largo Enrico Berlinguer allo slargo tra Via Toledo e Via Diaz, spazio adiacente alla fermata della Linea 1.
De Magistris ringrazia per la partecipazione e la collaborazione, in particolare “tutti quelli che hanno voluto questo giorno, il Comitato promotore, il Consiglio Comunale, l’Amminsitrazione, Anm… quando si è fatto il nome di Enrico Berlinguer tutti con entusiasmo hanno detto <<finalmente!>>”. Presenti anche lo storico Guido D’Agostino, il segretario regionale PD Anna Tartaglione, le due figlie Bianca e Maria Berlinguer ed alcuni compagni che hanno vissuto quello stesso periodo sulla propria pelle: immancabile il coro sulle note di Bella Ciao in memoria della persona e dei suoi ideali.
Come simbolo della sua onorificenza è stata posta su un lato della piazzetta una targa dorata con la sua immagine ed una delle frasi che maggiormente caratterizzavano il suo modo di intendere la politica: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. Un pensiero che probabilmente continua a riecheggiare, senza mai riuscire a trovare uno sbocco concreto, nei variegati ambienti della sinistra.
Enrico Berlinguer, appartenuto ad una classe politica d’altri tempi, l’uomo del compromesso storico, dell’eurocomunismo, del distacco da “mamma Russia”, quello che attorno alla sua figura carismatica ed intellettuale aveva radunato centinaia di migliaia, milioni di sogni, che convergevano nel suo disegno politico, non perfetto, non ricco di contraddizioni e passi falsi, ma sicuramente uno dei più fortemente sentiti da chi ci credeva. Perché in fondo, come ci ricordano le parole di Giorgio Gaber, “qualcuno era comunista… perché Berlinguer era una brava persona”.