In occasione delle festività natalizie il complesso monumentale di Donnaregina s’inserisce nella tradizione presepiale ospitando, dal 19 dicembre 2014 al 1 febbraio 2015, il pregiato presepe a grandezza naturale del Trentino. Uno dei classici simboli del Natale, il presepio, unisce Napoli, che da tempo immemore ha reso noti i propri presepi in tutto il mondo, a Tesero, dove esperti scultori e intagliatori hanno realizzato una suggestiva opera scenografica.
“E’ con grande piacere che il Trentino incontra la città di Napoli e la sua tradizione presepistica. Ed è per me un onore rappresentare, fin dal 2006, il Trentino in queste occasioni di intense relazioni all’insegna del messaggio di pace attraverso la Natività. Il Trentino è orgoglioso di aver accompagnato il cammino degli Amici del Presepio di Tesero iniziato a San Pietro nel 2006 e nel 2007, proseguito, poi a Cracovia nel 2008, con gli amici de L’Aquila nel 2009 dopo il devastante terremoto, ad Assisi e Istanbul nel 2010, a Betlemme in Terra Santa nel 2011 e, ancora con i terremotati emiliani, a Mirandola nel 2012, di nuovo a Cracovia lo scorso anno. Un percorso straordinario quello del Trentino che è conosciuto come la terra del Concilio ma che da secoli è terra cerniera fra le culture, del dialogo, dell’incontro, dell a convivenza fra i popoli”.
Così l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini in previsione dell’inaugurazione a Napoli del presepe dei Trentini in grandezza naturale. La cerimonia alla presenza del Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli si svolgerà davanti alla Natività allestita nel complesso museale di Donnaregina sede del Museo Diocesano, a pochi passi dalla Cattedrale di Napoli dedicata a S. Maria Assunta che ospita la tomba e il tesoro di San Gennaro. Il presepe realizzato dai maestri scultori di Tesero, Tiziano e Davide Deflorian, con la cura di Leo Deflorian e Raffaella Zeni per quanto riguarda la figura e i vestiti è composto da 18 figure: Giuseppe, Maria, il Bambino, un angelo, due donne, due uomini inginocchiati, i tre Magi, un pastore, un bue, un asino, 4 pecore (le stesse figure sono state esposte in Vaticano, a L’Aquila, ad Assisi, a Betlemme, a Mirandola e, lo scorso anno, a Cracovia). Per Napoli sono state realizzate due figure in più: una donna ed un uomo inginocchiato.
La struttura principale del presepe allestito a Napoli occupa un’area quadrata di oltre 6 metri di lato, è un rudere diroccato con tettoia alta quasi quattro metri. A questa si aggiungono due angoli allestiti sul lato opposto del cortile di Donnaregina che permettono, in un’ambientazione raccolta, tipica dei presepi di montagna, ai visitatori di passarci attraverso. Il tutto, anche quest’anno si è potuto realizzare grazie alla collaborazione della Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento e dei Vigili del Fuoco Volontari di Tesero. Napoli una città che, più di ogni altra, ha fatto conoscere i propri presepi in tutto il mondo. I presepi napoletani e quelli trentini sono molto diversi. Il presepe napoletano, in particolare quello del ’700 quando visse la sua stagione d’oro, uscì dalle chiese dove era stato oggetto di devozione religiosa, per entrare nelle case dell’aristocrazia.
“Il presepio è il Vangelo tradotto in dialetto partenopeo” affermò Michele Cuciniello, grande collezionista napoletano, nel sottolineare la meraviglia delle scene costruite con dovizia e ricchezza di particolari. Il presepio trentino, invece, fa dell’intimità e semplicità la propria principale caratteristica con la Natività come elemento dominante e tutto il resto semplice scenografia con le figure accostate con pudore e meraviglia al Bimbo Nato. Questo tipo di rappresentazione si ritrova anche nella ritualità collettiva dell’allestimento dei presepi nelle corti, nei vicoli, nelle piazze e negli angoli più suggestivi dei paesi.
“Il Trentino – ha detto ancora l’assessore Mellarini – è una terra fiera della propria identità, un territorio che non manca occasione per condividere i valori base della nostra vita. Da molti anni lo fa anche con la Campana della pace Maria Dolens di Rovereto che, con i suoi rintocchi, ha segnato le principali tappe nazionali e internazionali della comunità di pace”.