Continuano gli episodi di “pezzi di Napoli” venuti giù da antichi palazzi, chiese, monumenti. E’ l’immagine di una città sofferente che sta sgretolandosi sotto il suo stesso peso, ed anche quella di un paese che si è sempre contraddistinto per possedere il patrimonio storico-culturale più bello del mondo e per non averlo mai valorizzato come meritava.
A poco tempo di distanza dall’assurda morte di Salvatore Giordano a Via Roma, un quattordicenne che se ne andava a spasso con gli amici per il centro, una circostanza simile si è quasi verificata ieri ai danni di una donna di 54 anni, colpita alla schiena da alcuni calcinacci precipitati dalla secolare Chiesa di San Domenico Soriano, a Piazza Dante. Iimmediati i soccorsi del 118, l’intervento di polizia e vigili del fuoco, i quali si sono adoperati a mettere in sicurezza la zona, con transenne e picconatura del cornicione incriminato, al fine di evitare che altri pietroni possano riservare brutte sorprese ai passanti. E’ probabile che la causa della frana sia dovuta alle infiltrazioni d’acqua che le pesanti piogge di quest’inverno stanno producendo.
Ma la vera causa è l’incapacità (o la mancata volontà) a prendere nota dei problemi a cui tutti gli edifici, specialmente i più antichi e provati, vanno incontro col passare del tempo; della serie “meglio prevenire che curare”. Napoli è una città antichissima che necessita di attenzioni particolari, sia per la tutela dei suoi abitanti che per quella del suo valore storico, culturale, “economico” per i più cinici.
«Ora l’urgenza è quella di ripristinare le condizioni di sicurezza dell’edificio per non penalizzare i commercianti di questo lato della piazza che è stato transennato, isolando alcune attività commerciali e rendendo di fatto impossibile la prosecuzione del loro lavoro, una condizione che non può e non deve permanere». Ha così commentato il presidente della II municipalità di Napoli Francesco Chirico, sottolineando il disagio di chi lavora in zona. Ma la consapevolezza di questo problema non può essere arginato soltanto a questa zona e a questo episodio: neanche un giorno prima la caduta di pezzi di cornicioni aveva interessato l’interno di Villa Pignatelli, a Novembre uno studente si è ferito per la stessa dinamica nel cortile dell’Università Parthenope.
Aumentano le intelaiature a nascondere le facciate della città, assieme all’inquietudine e all’insicurezza di chi passeggia per le vie del centro. In un contesto come quello partenopeo la vita di molti non è affatto facile, e alzare gli occhi al cielo lo si fa già, talvolta, “per esasperazione”. Si spera che questa resti l’unica motivazione…