Il 3 Marzo del 2009 l’Italia ha recepito la Convenzione Onu sui diritti riservati alle persone affette da disabilità , tra i punti salienti della Convenzione spiccano le problematiche dell’integrazione e soprattutto dell’accessibilità. Nonostante siano trascorsi alcuni anni dal recepimento di tali norme da parte del nostro Paese, non di rado sentiamo parlare dei gravi limiti e ostacoli che ogni giorno persone affette da disabilità si trovano ad affrontare.
L’ultimo caso risalente a pochi giorni fa è accaduto nel comune di Pozzuoli, dove un cinquantasettenne affetto da disabilità ha dovuto contattare i Carabinieri, le porte d’accesso ai servizi igienici pubblici erano infatti chiuse. I carabinieri hanno provveduto da prima ad aiutare l’uomo impossibilitato dalla sua condizione e poi ad avviare una serie di accertamenti per verificare di chi fosse la responasibilità del mancato servizio.
Questo è uno dei tanti casi che ogni giorno possiamo leggere, ascoltare o vedere con i nostri stessi occhi nelle vie della nostra città, questo è uno dei tanti casi in cui la città non si presta alla vivibilità dei suoi cittadini, soprattutto dei meno fortunati.
In Italia ci sono, secondo le stime censis, circa 4,1 milioni di persone affette da disabilità e si prevede un aumento significativo di tali stime entro il 2020. Un numero questo che, per quanto alto, sembra spesso essere ancora ignorato. La qualità dei servizi e delle infrastrutture offerta ai portatori di handicap è scadente, se non addirittura assente , soprattutto nel meridione. A dimostare ciò sono le varie classifiche stilate che segnano al primo posto per vivibilità città come Parma , Verona, Milano e Rieti. Fanalino di coda il sud italia , che non compare nelle varie classifiche, se non nelle ultime posizioni.
Napoli ne è purtroppo un triste esempio: ogni giorno migliaia di disabili si trovano a dover fare i conti con strutture a loro inaccessibili, ricordiamo ancora, con vergogna, la testimonianza della piccola Gaia, costretta su una sedia a rotelle, alla quale era negato l’accesso ad attività scolastiche, proprio a causa della mancanza dei servizi base, così come di quelli ascensori .
Napoli come città inaccessibile, questo è il quadro che si presenta agli occhi di chi vive e convive con un handicap: banchine adatte ai portatori di disabilità motorie inesistenti, autobus di linea inaccessibili, servizi di trasporti specifici scarsi e poco funzionanti, ascensori troppo piccoli o totalemente assenti. Barriere architettorniche queste che negano a dei cittadini anche i servizi più semplici e banali, quei servizi che dovrebbero essere loro garantiti e che costituiscono un diritto inviolabile di ciascuno e che venendo a mancare rendono questa città invivibile.
Fondamentale è capire che queste non sono problematiche legate solo ai diretti interessati, quindi cercare di sviluppare un senso di responsabilità comune nei confronti del singolo è dovere di tutti.
Poter vivere la propria città è un diritto, renderla accessibile a tutti è un dovere.