La zingara nel presepe napoletano è una figura di grande importanza e di grande significato simbolico.Spesso collocata vicino all’osteria o comunque in un luogo lontano dalla grotta è personaggio profetico collegato alle sibille profetesse che nelle sacre rappresentazioni medievali assumevano un ruolo primario. Alla Sibilla Cumana ad esempio, la tradizione attribuiva una leggenda natalizia. Ella aveva predetto la nascita del Redentore, illudendosi di essere la vergine designata che lo avrebbe partorito,quando udí gli angeli annunziare la nascita di Cristo, si rese conto del suo peccato di presunzione e fu trasformata in civetta.
La zingara è raffigurata in diverse versioni anche se le più comuni sono due.Una di solito è raffigurata da una donna giovane ,dalla pelle scura e con un neonato tra le braccia. Profeticamente annuncia la fuga in Egitto di Maria e Giuseppe con Gesù Bambino,e simboleggia in particolare Maria che di lì a breve, per proteggere suo figlio da Erode, diventerà straniera in un paese straniero. Un’altra leggenda,di tradizione cristiana,riconosce nella zingara, una donna vergine di nome Stefania che quando nacque il Redentore, si incamminò verso la grotta per adorarlo, ma ne fu impedita dagli angeli che vietavano alle donne non sposate di visitare la Madonna che aveva da poco partorito.Allora Stefania prese una pietra, l’avvolse nelle fasce fingendosi madre e ingannando gli angeli, riuscì a entrare nella grotta il giorno successivo.
Ma quando fu alla presenza di Maria, si compí un miracoloso prodigio: la pietra starnutí e divenne un bambino,Santo Stefano, che si festeggia il 26 Dicembre.
L’altra versione della zingara che di solito si trova nel presepe tradizionale napoletano è una figura decisamente più drammatica.Essa è rappresentata da una donna più adulta sempre di pelle scura,con le vesti strappate che lasciano intravedere un seno florido e con in mano chiodi e arnesi in ferro. Attraverso le sue doti divinatorie sta annunciando nel giorno della nascita di Gesù anche la sua Passione e Morte, attraverso gli strumenti della Crocifissione.