“Ragazzi, tutti fuori, oratorio chiuso“: un grido d’allarme, un messaggio disperato.
È la decisione a cui è pervenuto, pochi giorni fa, Don Paolo Tondelli, parroco di Novellara, in provincia di Reggio Emilia.
Il motivo per cui si è giunti ad una soluzione così estrema sono i frequenti atti di bullismo avvenuti a danno dei volontari.
“In questo periodo si è notato un aumento di comportamenti non adeguati all’oratorio“, ha dichiarato Don Paolo, il quale ha, inoltre, speso parole di sostegno nei confronti di quanti sono state vittime di soprusi da parte dei bulli in questione. “Personalmente esprimo solidarietà e stima per quanti si sono sentiti derisi e insultati dai nostri ragazzi. È una cosa che non accetto; credo debba essere prontamente sottolineata e punita, nel caso avvenga. […]”.
E difatti, il parroco ha assunto un comportamento assolutamente coerente con le sue parole; non ha esitato a prendere seri provvedimenti, sospendendo le attività programmate per tutta la settimana.
L’intento è accordarsi su “un nuovo stile con il quale ripartire.”
Il bullismo è una delle piaghe che affligge la nostra società. In alcuni casi può avere effetti devastanti: può indurre all’autolesionismo, all’alcolismo, al ricorso di sostanze stupefacenti e nel peggiore dei casi, può istigare al suicidio.
Oggigiorno si stanno affermando forme sempre più sottili di questa atroce forma di violenza, come il cyberbullismo…ed il fatto che comportamenti di tale matrice si siano manifestati addirittura in un luogo sacro, non può non essere un motivo di profonda riflessione.
Esemplare l’atteggiamento di Padre Tondelli, il quale pur temendo che la sua presa di posizione possa essere fraintesa dai ragazzi, non ha comunque tardato ad intervenire nel modo da lui ritenuto più opportuno.