Tutte le cose belle nascono per caso. Ed è proprio vero, se pensiamo alla storia della canzone che, più di tutte, ha girato il mondo: Caruso.
Scritta nel 1986 da Lucio Dalla e tratta dall’album live DallAmeriCaruso, è stata interpretata dai più grandi della musica italiana ed internazionale: Luciano Pavarotti, Mina, Iglesias, Celine Dion.
Noi stessi, non possiamo sostenere di non averla mai canticchiata.
Eppure, il cantante bolognese, non aveva previsto, ne immaginato, tale successo. «Mai avrei pensato che quella canzone avrebbe venduto così tanto e in tutto il mondo. Se poi penso che è nata per caso… Ma lo sapete che se non avessi rotto la mia barca, ‘Caruso’ non esisterebbe?».
La storia di questa canzone infatti, è affascinante e singolare.
Dopo 65 anni dalla morte di Enrico Caruso, Lucio Dalla, si trovò nella stessa suite che, aveva accolto il tenore negli ultimi mesi della sua vita.
L’hotel in questione è l’Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento. Dalla, si trovò per caso in quell’albergo. Doveva infatti, partecipare ad una gita in barca ma, per un guasto al motore fu costretto a rinunciarvi.
Il cantante, chiamò il proprietario del ‘Vittoria’, Luca Fiorentino, suo amico, per chiedergli aiuto. In attesa che, l’imbarcazione fosse riparata, l’albergatore invitò Dalla a passare dei giorni nel suo hotel.
Fu quello il giorno in cui, il cantante bolognese, rimase stregato dalla vita del tenore partenopeo. I proprietari del Vittoria raccontarono che, nella suite, c’era un piano scordato che, Caruso, utilizzava per dare lezioni di canto ad una ragazza di cui era segretamente innamorato. Da questa rivelazione nacquero i versi:
“Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto”
Per comporre il testo, furono indispensabili i meravigliosi racconti sotto il cielo estivo. Per concluderlo definitivamente, ci vollero 72 ore, tre giorni e tre notti, senza pausa.
In un’intervista al Corriere della Sera, Dalla disse: “Per tre giorni sentii raccontare la storia del maestro e di quella ragazzina a cui dava lezione di canto e di cui era innamorato. Mi raccontavano di come, in punto di morte, gli fosse tornata una voce così potente che anche i pescatori di lampare la udirono e tornarono nel porto per ascoltarla. Caruso è nata così.”
Nonostante il testo, tratti una tematica intima, il cantautore ci fa vivere le immagini: ci catapulta a Sorrento, in questa stanza dal panorama spettacolare e in cui lui suonava il pianoforte.
“Mi sono inventato la scena dei suoi ultimi momenti, quando pensa alle notti là in America. Era un passaggio che nel 1986 per me, che stavo per partire per un tour negli Stati Uniti, aveva un significato particolare. Per me quel ‘Te vojo bene assaje’ messo in quel punto della canzone significava darle il marchio della napoletanità. Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia fino alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato”.
Oggi, Caruso, è considerata un classico della musica italiana. Sicuramente, il testo, ricorda anche l’artista bolognese che, nella sua vita, si è ritrovato spesso solo. Nella tragedia si scorge un pizzico di poesia, dalla fantasia del brano alla crudele realtà: Lucio Dalla morì a 69 anni, in una stanza d’albergo.