Da alcuni giorni si parla incessantemente dello scandalo che ha coinvolto Roma, Mafia capitale. Uno dei principali indagati è Massimo Carminati da anni collettore tra i NAR e la Banda della Magliana, è stato, infatti, indagato pochi giorni fa insieme ad altre 36 persone (Di queste 37 persone adesso 29 sono in carcere e 8 agli arresti domiciliari) con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso atta attraverso un sistema corruttivo ad ottenere finanziamenti pubblici ed appalti dal comune e dalle azienda ad esso collegate.
Recidivo delinquente quindi che numerose volte e per i più svariati motivi è stato condannato al carcere duro, oggi ritorna alla ribalta nell’inchiesta Mondo di mezzo della procura di Roma.
Il secondo principale accusato è Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa “29 Giugno” nata a metà degli anni 80 come esperimento di risocializzazione per i detenuti che negli ultimi decenni ha goduto di tempi talvolta più, talvolta meno floridi.
I politici coinvolti all’interno dello scandalo sono sempre di più e sono in molti ancora a temere e tremare per eventuali intercettazioni, tra questi ricordiamo Alemanno, Coratti e Gramazio consiglieri regionali del Pd, Gennaro Mokbel, infine Daniele Ozzimo, si è dimesso pur rivendicando la sua totale estraneità ai fatti.
Il premier Renzi da parte sua ha dichiarato:
“Quello che emerge dalle indagini di queste ore fa letteralmente schifo, un sistema di potere corrotto.”
Spera inoltre che i magistrati risolvano tempestivamente attraverso i numerosi processi da affrontare lo scandalo di mafia capitale.
Il sindaco Marino infine, sostiene di non aver mai avuto contatti con Salvatore Buzzi ma numerosi sono coloro i quali dubitano delle affermazioni del sindaco di Roma che sarebbero già state smentite da alcune foto che ritraggono i due insieme ma insomma, nulla di certo.
Un episodio ancora più strano è quello accaduto alla Protezione civile di Roma, dove stanotte sarebbe stato rubato un computer probabilmente in qualche modo collegato allo scandalo della capitale, la videosorveglianza risulta fuori uso da alcuni giorni e non ha quindi potuto riprendere i ladri che attorno alle 3 di mattina secondo le più accreditate ipotesi si sarebbero introdotti nel palazzo indisturbati.
Forse i politici italiani hanno mal interpretato e travisato l’accordo stato-mafia, insomma non ci resta che sperare nella tempestiva risoluzione di questo nuovo capitolo nero nella politica italiana.