Il Consiglio Mondiale della FIA riunitosi a Doha nei giorni scorsi ha raggiunto degli importanti accordi per quanto riguarda la modifica del regolamento per la stagione 2015 di Formula 1. Uno degli elementi di maggiore spicco è sicuramente l’introduzione della Virtual Safety Car (VSC) come strumento di maggiore tutela della sicurezza dei piloti: si tratta di un sistema che impone dei limiti di velocità ai piloti senza bisogno che questi si accodino dietro ad una vettura reale; questa misura è stata testata anche nelle ultime gare del campionato 2014 senza riscontrare il favore dei team ma, alla luce del gravissimo incidente occorso a Jules Bianchi, sembra che la situazione sia cambiata. Dopo un solo anno viene invece rimossa l’assegnazione del doppio punteggio all’ultima gara, mentre vengono inasprite le sanzioni per i casi di “unsafe release” che saranno puniti con uno stop&go di dieci secondi. Non riguarda invece il prossimo campionato la decisione presa dalla FIA per la concessione della superlicenza necessaria a correre in F1: dal 2016, infatti, i puloti di F1 dovranno aver compiuto 18 anni ed essere in possesso della patente di guida, aver accumulato almeno 300 km al volante di una f1 e due anni di esperienza con un quantitativo di punti conquistati nelle formule minori; questa norma impedisce che in futuro si verificano casi come quello di Max Verstappen che è stato ingaggiato dalla Red Bull e che l’anno prossimo correrà per la Toro Rosso a soli 17 anni, diventando il piloti più giovane di sempre della F1. Nella riunione è stato stilato anche un calendario provvisorio che vede 21 gare in programma con il ritorno del Gp del Messico, assente dal 1992, e sono anche stati fissati gli argomenti da discutere nella riunione dello Strategy Group prevista per il prossimo 18 dicembre: riduzione dei costi, spettacolo, auto più veloci e difficili da guidare in modo da esaltare le doti dei piloti.
In occasione della riunione di Doha la commissione d’inchiesta voluta dalla Fia ha concluso la sua indagine riguardante il tragico incidente di Jules Bianchi sul circuito di Suzuka. L’esame delle prove è stato svolto da 10 soggetti tra cui Ross Brawn e Stefano Domenicali, che hanno prodotto un report di quasi 400 pagine nelle quali sono riportate le conclusioni sull’accaduto; tra i fattori che hanno contribuito all’incidente vengono indicati:
- la traiettoria parzialmente asciutta in curva 7, ridotta dall’afflusso d’acqua proveniente dalla zona in discesa accanto alla pista;
- una ruspa che stava rimuovendo la macchina di Sutil mentre Bianchi arrivava nei settori 7 e 8, entrambi sotto bandiere gialle;
- Bianchi non ha rallentato a sufficienza per evitare di perdere il controllo della sua Marussia nello stesso punto di Sutil;
- nei 2 secondi in cui la macchina di Bianchi stava uscendo di pista e attraversando la via di fuga, il pilota ha premuto sia acceleratore che freno insieme. L’algoritmo FailSafe è progettato per tagliare il motore, ma è stato impedito dal gestore di coppia, che controlla il sistema del brake-by-wire posteriore: la Marussia ha un sistema unico di brake-by-wire, che si è dimostrato incompatibile con le impostazioni del FailSafe;
- le procedure adottate in seguito all’incidente di Sutil sono state in linea con le norme e la loro interpretazione a seguito di 384 incidenti negli 8 anni precedenti. Senza il senno di poi, non c’erano ragioni apparenti per le quali sarebbe dovuta uscire la safety car prima o dopo l’incidente di Sutil.
Ricordiamo che il pilota francese si trova ancora in gravi condizioni ricoverato al Centro ospedaliero universitario di Nizza dove è stato trasferito sette settimane dopo l’incidente di Suzuka a seguito del miglioramento delle sue condizioni: Bianchi infatti non è più in coma artificiale, respira autonomamente ed i segni vitali sono stabili, anche se la situazione resta molto complicata.