Tina Pica: un nome che cela la grande storia del cinema e del teatro.
Nelle menti in cui è inferto il suo ricordo, quando il suo nome riecheggia nell’aria, disegna negli occhi l’immagine di una donna bassa con spalle rigide e la testa che sporge verso il basso. Una figura esile, con i capelli castani sempre raccolti in un fermaglio o in un cappello. Un viso ossuto, guance scavate e occhi espressivi. Una voce che passa da grave ad acuta e con un accento napoletano che ogni tanto irrompe grazie a qualche battuta.
Ogni sensazione, ogni piccola emozione si trasmette con la voce, lei aveva una straordinaria capacità, riusciva a trasmettere l’ improvvisazione in un copione di battute già studiato e programmato.
Concetta Annunziata Pica, fin da piccola manifestava una grande passione per il cinema e il teatro, forse era scritto nel suo corredo genetico dato che anche i genitori avevano intrapreso questa strada. La fortuna bussa alla sua porta quando incontra Eduardo De Filippo, uno dei grandi in quell’ epoca.
Con lui inizia la grande carriera di cui si ricordano due grandi film : “Filumena Marturano” di cui si ricorda il ruolo di Rosalia e “Natale in casa Cupiello” in cui interpreta il ruolo di Concetta.
Una donna sempre energica e pronta a collaborare con altri grandi registi e attori del momento, tanto è vero che “sbarca” sul grande schermo dopo una vita trascorsa in teatro e lì viene riconosciuta la sua vera grandezza nel film “Pane, amore e fantasia..” con Vittorio De Sica dove vinse il “Nastro d’ Argento alla migliore attrice non protagonista”.
Tina Pica, morì dopo una lunga vita di applausi e riconoscimenti il 15 agosto del 1968.
Noi, la vogliamo ricordare così, allorquando, in vista di un incontro con il Pontefice esclamò: “Direttò -riferendosi a Eduardo De Filippo- questa è una buona occasione per chiedere al Papa tre numeri da giocare al lotto”.