In Italia, far convivere principio di laicità e tradizione religiosa non è affatto semplice: lo hanno dimostrato, ad esempio, il dibattito intorno alla possibilità o meno di concedere che venga indossato il velo dalle donne musulmane, in determinate occasioni e in particolare nelle scuole; l’abolizione del Crocifisso nella aule…
Questa volta, a pagarne le spese è la dirigente della scuola Froebel di Salerno. Nel mirino la decisione di rimuovere, in seguito alla richiesta di una famiglia atea, il presepe sito all’ingresso dell’edificio. A sua volta, tale scelta ha suscitato una contro-reazione dei genitori degli studenti di fede cattolica, i quali , appresa la notizia, si sono immediatamente rivolti alla responsabile dell’istituto, pretendendo chiarimenti in merito all’accaduto.
Questi ultimi hanno manifestato estrema incredulità, in quanto non comprendono in che modo un simbolo religioso possa rivelarsi nocivo per chi non professa alcun credo religioso; a maggior ragione, sempre a detta dei genitori, tenendo presente che lo stesso istituto è frequentato da due bambini di fede islamica i quali non hanno manifestato alcun disagio nei confronti del simbolo della Natività, che effettivamente non sembra essere così invasivo.
D’altro canto L’articolo 19 della Costituzione italiana recita: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.”
Immediata la risposta della preside la quale si è dichiarata “estranea ai fatti” ed ha enunciato che il presepe tornerà immediatamente al suo posto.