Zapata salva il Napoli in extremis sul campo della Sampdoria evitando il peggio.
Termina così in parità il posticipo che chiude la tredicesima giornata di Serie A e che consegna un prestazione ancora sfocata degli azzurri, ben lontana dalle caparbie imprese macinate poco più di un mese fa.
Il trend di prestazioni tutt’altro che convincenti inscenate dalla squadra di Benitez da dopo la sosta per le Nazionali quindi si allunga e stasera forse assume anche tratti più feroci.
Doveva essere il match del riscatto, una sonora conferma della viva determinazione del Napoli di rimanere ancorato ai vertici della classifica e invece gli azzurri stentano, soprattutto su quelle corsie esterne che piangono l’assenza dei due uomini più significativi e, nel complesso, la squadra appare macchinosa, appesantita, – non solo per le condizioni del manto erboso – incapace di verticalizzare e di giocare di prima, ma soprattutto i movimenti senza palla, ancora una volta, vengono annoverati tra gli automatismi di gioco non pervenuti sulla sponda azzurra.
Il nervosismo che trapela dalle maglie partenopee trova la sua più concreta ed estrema espressione nell’espulsione per somma di ammonizioni di Koulibaly che per ampi tratti della gara – a prescindere dal cartellino rosso – è un calciatore che appare ben più acerbo rispetto a quello ampiamente elogiato dalla stampa nazionale e internazionale fino a qualche tempo fa.
Senz’altro, il Napoli e in particolar modo il suo comandante, abbandonano la Liguria con la consapevolezza di avere un bel po’ di punti sui quali confrontarsi e molteplici lacune da arginare.
Almeno, il gol di Zapata, arrivato in quei minuti di recupero che un tempo furono ribattezzati “zona Mazzarri” concorrono ad addolcire la pillola e ad evitare una sconfitta.
Per stemperare i toni ed archiviare la serata imprimendole un tono di tenue leggerezza, è giusto sottolineare che il vero spettacolo, com’era prevedibile, lo ha offerto Ferrero con il suo show sugli spalti.