Sono ancora preoccupanti i numeri sul virus HIV che sono stati resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS: in Italia sono circa 4000 le persone che ogni anno risultano positive al virus HIV, che si aggiungono alle 120.000 persone sieropositive già esistenti sulla nostra penisola; di queste, circa la metà è in terapia con antiretrovirali presso strutture sanitarie pubbliche, con una spesa che oscilla dai 7.000 ai 12.000 euro a persona all’anno. Una spesa che su alcune regioni grava a tal punto che entro qualche anno non sarà più sostenibile.
Quella che manca è sicuramente un’attività di informazione e di prevenzione che è praticamente assente: il problema del virus HIV finisce troppo spesso per essere accantonato dalle autorità competenti e magari ricordato solo in occasione di questa giornata con frasi di rito e manifestazioni simboliche. Questi dati non sono altro che il risultato di un generale disinteresse di tutti i ministri della Sanità che si sono succeduti in questi anni, unito molto probabilmente ad una subalternità alla posizione ufficiale della Chiesa Cattolica, soprattutto della Conferenza Episcopale Italiana, che come sappiamo si è sempre opposta all’utilizzo del profilattico e alla sua distribuzione gratuita (anche nelle scuole) in quanto presidio sanitario.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, se entro il 2020 si riuscirà a diagnosticare, mettere sotto trattamento e sopprimere il virus nel 90% dei sieropositivi, entro il 2030 il virus potrà considerarsi debellato; purtroppo siamo ben lontani da questo obiettivo: ”Circa metà di tutte le persone che nel mondo vivono con l’Hiv non sanno ancora di avere il virus – spiega Gottfried Hirnschall, che dirige il dipartimento Hiv dell’Oms – “Serve uno sforzo comune per offrire il test alla popolazione più ampia possibile, e un focus sulle cosiddette ‘popolazioni chiave’, omosessuali, lavoratori del sesso, tossicodipendenti”.