Paola Gianotti ha scritto una delle pagine più avvincenti ed intraprendenti della storia sportiva. E non solo.
Una di quelle storie quasi troppo inverosimili per essere percepite come reali, contraddistinta dal medesimo punto di partenza ed arrivo: Ivrea.
Paola è la seconda donna al mondo ad aver completato il giro del mondo in bici, dopo la greca Juliana Bhuring nel 2012.
Quella portata a termine dall’italiana, però, veste i gloriosi abiti dell’”impresa nell’impresa”: partita l’8 marzo, la 32enne torinese, era stata costretta a fermarsi per un brutto incidente in Arizona. Ha ripreso a pedalare il 16 settembre e, dopo 144 giorni e 29.430 chilometri percorsi, ieri h terminato il suo encomiabile tour, giungendo esattamente nel medesimo punto dal quale la sua caparbia impresa aveva preso il via.
Così, prima della partenza, l’intrepida eroina, aveva descritto la sua ambiziosa avventura: “Ciao, sono Paola, ho 32 anni e vivo a Montalto, un piccolo paese della cintura di Ivrea, in provincia di Torino. Mi sono laureata in Economia e Commercio ma la mia passione è lo sport ed è una passione talmente forte che mi ha portato a praticare dal triathlon allo sci alpinismo, dalla thai-box al sub. Fin da piccola ho viaggiato in camper con la mia famiglia. Rimanevo affascinata tutte le volte che incontravo dei cicloturisti e così mi ripromisi che da grande avrei provato il giro del mondo in bicicletta. Quando ho compiuto diciotto anni ho iniziato a seguire e progettare con mia sorella tante avventure. Zaino in spalla e mete lontane: Swaziland, Himalaya, Kilimangiaro, Aconcagua, Galapagos… Un turbinio di mete affascinanti per esplorazioni mozzafiato che mi hanno lasciato un bagaglio incredibile di emozioni, ricordi e sogni! Ad un certo punto, per colpa della crisi economica, la mia azienda ha chiuso e allora mi sono detta “Ora a mai più”. Mi sono rimboccata le maniche e ho incominciato a pianificare l’Avventura, quella con la A maiuscola: KeepBrave!”.
Un tour costato 45mila euro, le cui spese più onerose sono state rappresentate dai camper, 20mila euro, e dai biglietti aerei per tre persone, 10mila euro: “Ho contattato 2500 aziende, – aveva raccontato ancora Paola – 400 hanno risposto con i complimenti e un gentile “In bocca al lupo”, una decina, invece ha deciso di collaborare. Naturalmente sarò spartana. Niente hotel: il camper sarà la mia microcasa”.
200 chilometri al giorno, con una media di 25 km all’ora per 8-9 ore al giorno, nonostante abbia scelto di pianificare il suo viaggio nella stagione intermedia, Paola ha attraversato le salite delle Ande, l’asfissiante caldo del deserto, le piogge, prima di giungere ad afferrare l’emozionante soddisfazione insita nella conquista di un Guinness dei primati.