Luigi Odone era un 38enne puteolano residente a Fucecchio, in Toscana, da circa due anni. La sua grande passione per la corsa non era rimasta arenata all’ombra del Vesuvio, ma continuava a condire le sue giornate, tant’è vero che era un tesserato della società Podismo “Il Ponte di San Miniato” (Pisa).
Mai avrebbe pensato che proprio lungo l’asfalto che calpestava animato da cotanta passione si sarebbe disegnato un così tragico epilogo e che ieri avrebbe preso parte all’ultima corsa della sua storia, umana e sportiva.
Quando mancava solo in chilometro al traguardo, Luigi ha detto a un amico “Non ce la faccio più“, subito dopo si è accasciato a terra. Il podista è stato subito soccorso dai sanitari di un’ambulanza, ma i tentativi di rianimarlo sono stati vani.
Attimi di sgomento e dolore hanno, invece, contraddistinto quella che sarà una domenica che i familiari di Luigi difficilmente dimenticheranno: hanno appreso praticamente in tempo reale la notizia, dal momento che lo attendevano all’arrivo. Avvertiti da un altro maratoneta che partecipava alla gara, sopraggiunto al traguardo, quindi, si sono immediatamente spostati sul luogo della disgrazia e hanno assistito alle operazioni di soccorso.
A nulla è servito anche il supporto del defibrillatore: quella gara che Luigi Ordine aveva stimato di chiudere nell’arco di 2 ore e 45’ è, invece, destinata a rimanere eternamente e tristemente in sospeso.
Una morte che tinge di nero Maratona di Firenze.