Sarà Benevento quest’anno ad ospitare, in occasione del ventennio della morte di Massimo Troisi, la terza edizione del celebre festival che porta il suo nome e che si propone di portare avanti la volontà dell’artista di sostenere i giovani talenti del cinema, dell’arte e dello spettacolo.
L’evento si svolgerà dal 4 al 7 dicembre presso l’auditorium Calandra di Benevento, organizzato dalla società De Luise Agency in collaborazione con la Pro Loco Samnium e con il patrocinio morale del Comune; per i primi tre giorni gli artisti emergenti si esibiranno sul palco divisi nelle categorie cabaret, musica e recitazione, e saranno giudicati dai tecnici di settore. In palio per ogni categoria borse di studio presso scuole prestigiose e contratti lavorativi nel mondo dello spettacolo.
Il tutto si concluderà il 7 dicembre con una grande serata di Gala alla quale prenderà parte il conduttore televisivo Claudio Lippi, che si occuperà di premiare i vincitori di ogni categoria, insieme agli attori e registi Leonardo Pieraccioni e Maurizio Nichetti, la scrittrice Loriana Lana e tanti altri nomi celebri del mondo dello spettacolo quali Marisa Laurito, Massimiliano Bruno, Sabrina Paravicini, Manuela Tempesta, Renato Scarpa e Geppi Di Stasio.
“Credo che il Troisi Festival sia un evento che porta con sé una grande responsabilità, ovvero quella di essere intitolato ad uno dei più grandi artisti italiani: Massimo Troisi, appunto.” ci racconta Vincenzo Comunale, vincitore del 2013 della sezione cabaret a soli 17 anni: “É stata un’emozione veramente unica. Non vorrei essere troppo retorico, ma ci tengo a sottolineare quanto il clima che si era formato durante i giorni del Festival fosse proprio quello di una grande famiglia: più che “concorrenti” eravamo tutti “colleghi”, anzi “amici”, che con le proprie esibizioni, chi col canto, chi con la recitazione e chi con la comicità, si impegnavano per offrire un bello spettacolo per ricordare il grande Massimo. Questa improvvisa “familiarità” tra tutti noi, concorrenti, presentatori e organizzatori compresi, è l’elemento che più mi è rimasto impresso nella mente. Il Premio Troisi purtroppo è stato al centro di diverse vicissitudini di vario tipo e la cosa che mi dispiace è che ritengo meriterebbe una maggiore risonanza tra i vari media; l’idea che ho io del Premio Troisi è quella di una grande manifestazione a cui tutti gli artisti, non solo quelli emergenti , desiderino partecipare e che, soprattutto, dia veramente la possibilità ai giovani cantanti, attori e comici di cominciare a lavorare nel mondo dello spettacolo e di emergere. Sarebbe bello se questo accadesse soprattutto per la sezione del cabaret che, tra l’altro, è quella che più riguardava Massimo. L’organizzazione del festival si sta impegnando per portarlo a livelli sempre più alti; personalmente considero Antonio Parciasepe (il direttore artistico, ndr) oltre che un serio professionista, anche una persona con grande umanità”
Il Festival è davvero un luogo di emozioni intense, a sentire le parole di Vincenzo che l’ha vissuto in prima persona: “Mi piacerebbe esprimere quello che per me è stato il vero significato del Troisi Festival, ancora una volta rifacendomi alla mia esperienza: quando dopo la finale scesi dal palco, mentre i giudici stavano decretando i vincitori delle varie categorie, ricordo che ero veramente felice. Io sono nato nel 1996, due anni dopo la morte di Troisi; questa cosa mi ha sempre recato un grosso dispiacere poichè non avrei mai potuto conoscere il mio mito, non avrei mai potuto parlare con lui… Eppure quella sera, esibendomi su quel palco in un evento a lui dedicato, mi ci ero avvicinato, anche solo per un attimo. Forse è questo il senso di questi festival per artisti emergenti: non importa se dopo riuscirai a lavorare ed emergere, non importa se vinci o perdi, l’importante sta in ciò che quella performance ha significato per te. Io non conoscerò mai Massimo Troisi, ma terrò sempre a mente il suo spirito. L’arte ha la magica capacità di unire i grandi del passato coi giovani emergenti, attraverso una rete di sentimenti che porta con sé determinati messaggi ed ambizioni, che non conoscono confini né età. E se magari quelle ambizioni ci mettono un po’ ad essere raggiunte, si potrà sempre dire: Scusate il ritardo.”