“Nei giardini del paradiso non si entra con i piedi ma con il cuore” , ed ha trovato le porte spalancate la ragazzina di origini turche che due settimane fa, in un McDonald’s di Offenbach, in Germania, ha difeso senza freni due ragazzine da un branco di giovani bestie. Alle grida delle due tredicenni, Tugce Albayarak non ci ha pensato un secondo ed è corsa a soccorrerle dalle grinfie di un gruppo di giovani, poco più che diciottenni, sbronzi e violenti.
E’ uscita dal McDonald’s per dirigersi verso l’auto nel parcheggio, quell’episodio era rimasto in quel bagno, nessuno tra i presenti ed gli addetti ai lavori erano intervenuti, ritornava a casa Tugce ma non immaginava che uno di quei giovani ai quali aveva tenuto testa, era li ad aspettarla. Al buio, come i vigliacchi, come un carnefice attende la sua vittima, le sferra un pugno alla tempia, lei cade a terra tramortita.
Morte cerebrale, la diagnosi a poche ore dal suo arrivo in ospedale, Tugce è un corpo che respira grazie alle macchine, la sua tenacia, la forza di una leonessa, la rabbia nel fermare quelle bestie, appartengono a poche ore prima.
A distanza di 15 giorni, i genitori decidono, forse credendo di farle un regalo, nel giorno del suo compleanno, di staccare la spina che tiene in vita quel corpo senza vita.
Ci vuole coraggio, cosi tanto coraggio per decidere di lasciar andare per sempre, ciò che di più grande appartiene ad un genitore.
Ci vuole coraggio ed una forma immensa d’amore per non lasciare che il tempo renda quel corpo inerme un semplice conduttore.
Tugce merita, adesso, di essere difesa come ha fatto lei, le due ragazzine che erano li quella sera sono sparite nel nulla, Sanel il giovane che con una violenza inaudita ha sferrato l’ultimo colpo nella vita di Tugce è in carcere ma la testimonianza delle due ragazze aggredite, renderà giustizia a chi la merita.
L’appello del padre ad andare alla polizia è mosso dalla consapevolezza che non restituirà sua figlia alla vita ma che le renderà il giusto merito ad un gesto, che non tutti saremmo stati capaci di fare.
Ammettiamo che le vite che ci sfiorano restano accanto senza entrare, che osserviamo ogni giorno soprusi, violenze, atti di bullismo senza intervenire, che siamo macchine e che poco importa ciò che accade se non ci coinvolge, ammettiamo che gli eroi appartengono soprattutto ai fumetti ed ai films che guardiamo comodamente seduti dalla poltrona di casa.
Che sia d’esempio il coraggio di Tugce, che la sua morte non resti impunita, che si dia voce a chi lotta e combatte contro la violenza e che l’amore, il sostegno, il tendere una mano verso uno sconosciuto, siano gesti naturali che partono dal cuore.