‘Stringi i denti Lorenzo, figlio di Napoli‘.
Oggi parliamo di Lorenzo Insigne, il ragazzino di Frattamaggiore che a suon di gol e giocate tutt’altro che banali ha conquistato il cuore del popolo napoletano.
La carriera dell’esterno napoletano è cominciata nel 2006 quando entra a far parte del settore giovanile e due anni dopo esordisce nella Primavera, e nell’anno successivo conclude una stagione esaltante andando in rete ben quindici volte. Nel 2010 ha disputato anche il Torneo di Viareggio segnando due goal. All’inizio del 2010 passa alla Cavese, poi a Foggia l’anno dopo e successivamente al Pescara, totalizzando 46 reti in 88 presenze. Dalla stagione 2012-2013 entra con pieno merito a far parte della prima squadra del Napoli, mettendo in fila presenze dietro presenze e qualche goal sotto la guida attenta di Walter Mazzarri e Rafa Benìtez. Proprio grazie ai due allenatori, Insigne mette a segno goal e prestazioni di tutto rispetto, come ad esempio quella contro il Borussia Dortmund con la rete su punizione, contro lo Swansea nel ritorno dei sedicesimi di Europa League; proprio grazie alla rete contro i gallesi diventa il secondo giocatore italiano ad aver segnato in Serie A, Coppa Italia, Champions ed Europa League nello stesso anno, dietro solo ad Antonio Di Natale. Nel maggio 2014, vince la Coppa Italia siglando due reti nella sfida contro la Fiorentina e con il goal contro l’Atalanta, sempre nella stessa competizione si aggiudica il titolo di capocannoniere al pari di Callejòn.
Altre soddisfazioni per lo scugnizzo di Frattamaggiore arrivano dalla Nazionale, che lo convoca sotto la direzione di Cesare Prandelli. Dopo la gavetta con l’Under-20 e Under-21 dove segna complessivamente 8 reti, esordisce l’11 settembre nella gara contro Malta, mentre la sua prima rete con l’undici azzurro arriva contro l’Argentina il 14 agosto. A giugno del 2014 viene inserito tra i convocati per i Mondiali in Brasile, collezionando un’unica presenza contro il Costa Rica.
Ad oggi, l’andamento subalterno di Lorenzo non dà tuttavia segni di preoccupazione poiché il talento cresciuto nel Pescara ha dato più volte segni di grande maturità sia fuori che dentro dal campo, lasciando talvolta solo le briciole di quella sua imprevidibilità che è parte del suo attaccamento sia alla maglia che al popolo napoletano.
Suscita grandi polemiche l’estate scorsa, quando Lorenzo rifiutò di lasciarsi intervistare durante la presentazione della squadra a Dimaro, poiché ancora condizionato dagli episodi della finale di Roma, che hanno portato alla morte di Ciro Esposito. Il calciatore però ha poi ”fatto la pace” con tifosi e opinione pubblica, spiegando le sue ragioni.
Nella corrente stagione, che ha subito gli strascichi delle polemiche già raccontate e di altri episodi quali i fischi dei tifosi nei suoi confronti (questione che poi si è risolta con le buone prestazione che Insigne ha regalato con tanto di affettuosi applausi alla tifoseria), ha siglato solo una rete, nel match del San Paolo contro il Torino, vinto per 2-1 ma i sogni di gloria si sono momentaneamente interrotti per lui, che il 9 novembre nella gara contro la Fiorentina ha riportato la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro. Infortunio brutto e doloroso, che lo terrà fuori dal campo per un periodo che oscilla tra i quattro ed i sei mesi.
Insigne, che ha da poco prolungato il contratto che lo lega al Napoli sino al 2019, oggi è a tutti gli effetti il simbolo della città partenopea, una città che si muove tra gioia e disperazione, diventandone la speranza per il futuro.
Inequivocabilmente, un futuro che sa di Napoli non può che essere dolce…