Milano si appresta a vivere sontuosi giorni di gloria, in vista del tanto atteso e già pubblicizzatissimo “Expo Milano 2015”: un’esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non si tratterà, infatti, solo di una rassegna espositiva, ma anche di un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incentrato sul visitatore.
Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, un evento che si protrarrà per 184 giorni, oltre 130 Partecipanti, un Sito Espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti.
Eppure, il video amatoriale pubblicato da una piccola star di Youtube, smaschera “i panni sporchi” – o semplicemente i rifiuti – che giacciono lungo le strade di periferia della regione lombarda.
Una situazione in netta ed imbarazzante distonia con il clamore e l’esaltazione mediatica che sta bardando la regione e, in particolare, il suo capoluogo, soprattutto se si pensa alla facile ed opinabile ironia che dal cuore del Nord è sempre repentinamente pronta ad attivarsi per denigrare e bistrattare Napoli, la Campania, il Meridione, allorquando le immagini come quelle documentate da un filmato come queste sono ambientate alle pendici del Vesuvio e in prossimità delle sonnacchiose fauci del “Gigante buono” che sovente, i suddetti “Signori del Nord” invocano quale soluzione ottimale per risolvere l’emergenza rifiuti a Napoli.
Ci scusiamo per il linguaggio colorito adoperato dall’autore del video, ma non abbiamo ritenuto che fosse una ragione sufficiente per impedire la diffusione di questo filmato ed, anzi, il registro linguistico di cui quest’uomo si avvale rende forse ancor più eloquente il clima di esasperazione in cui vivono i cittadini, del Norde e del Sud, stanchi di dover tollerare l’ipocrisia che regna incontrastata in Italia, a prescindere dalle ideologie politiche di chi sieda nella “stanza dei bottoni”.