È bastato un click per far sì che la stragrande maggioranza dell’intera popolazione terrestre cadesse nella bizzarra rete dei ”selfie”: un fenomeno in vita già da parecchio tempo, infatti, i simpatici scatti con la fotocamera rivolta verso se stessi, l’autoscatto con il timer da ”dentro o fuori”, annoverano radici ben più antiche.
La questione non è la dinamica, la modalità o il nome ben adattato alla nuova generazione, bensì, ciò che desta allarmismo e stupore è la portata del fenomeno: in una piazza colma di persone, in un centro commerciale o al lavoro, è fin troppo prevedibile, ormai, imbattersi in qualcuno intensamente assorto ad inquadrarsi nello schermo del suo cellulare.
Come se fosse un virus altamente contagioso, il selfie si è diffuso prima tra i giovani occidentali e successivamente tra i vip, con una velocità tale da risultare una delle parole inglesi più usate a partire dallo scorso anno, fino ad intasare le Home dei profili Facebook di ogni comune mortale.
Lo scopo del selfie è quello di immortalarsi, dunque, davanti ad uno specchio per condividere e mostrare al pubblico il proprio vestiario quotidiano o “outfit” che dir si voglia oppure mostrare le mille sfaccettature che contraddistinguono la più o meno eclettica personalità di ciascuno di noi.
Secondo alcune statistiche, il web è divenuto un accumulo di hashtag, link, foto e video che ha generato una sorta di “televoto online” perennemente in corso sulle varie piattaforme Facebook, Twitter ed Instagram, in cui vince chi colleziona più follower, like e condivisioni, perché il principale intento che il selfie si ripropone di perseguire – diciamolo chiaramente – è proprio quello di conquistare consensi e concorrere ad accrescere fama e popolarità. In piena ed appagante unione d’intenti con l’onda cavalcata dal nuovo modo di vivere i rapporti umani e percepire sé stessi imposto dalla virtualità.
Tuttavia, il selfie veste anche i panni del ”cattivo”, tant’è vero che qualche tempo fa venne considerato una malattia ossessiva ramificata in diverse fasi, dalla forma acuta ed anche cronica, in relazione al numero sempre crescente di foto scattate dal soggetto interessato.
Questa diceria, sarebbe stata poi smentita in seguito, ma la cautela non è mai troppa quando si viaggia in rete.
Parecchie star, affette dalla moda del selfie sono finite per ridicolizzare la propria immagine e per questa ragione non è saggio voler imitare a tutti i costi il famigerato e scomodo mondo dei Vip.
Perciò: si selfie chi può, ma con moderazione e buon senso.