Nei giorni scorsi è stato inaugurato al primo piano del Museo delle Arti Sanitarie dell’Ospedale Incurabili lo spazio dedicato a San Giuseppe Moscati e alla sua esperienza medico-scientifica.La mostra, allestita con il sostegno dell’Ordine dei Medici chirurghi, raccoglie oggetti e testimonianze dei suoi anni nella storica struttura sanitaria di Caponapoli comprese foto inedite,strumenti medici, oggetti di uso comune e diverse ricette autografe di grande interesse scientifico e culturale.
Il percorso espositivo si snoda in quattro sale che illustrano la ricerca di laboratorio,Il Positivismo e l’etica del Professor Giuseppe Moscati nella clinica medica.La prima sala è la ricostruzione fedele di un laboratorio di analisi di inizio Novecento, donato al museo dal professor Eustachio Miraglia, che illustra la metodologia di ricerca al tempo di Moscati.Il secondo ambiente espositivo è dedicato a una suggestiva ricostruzione di una sala anatomica costituita da un antico tavolo “settorio” in marmo fatto realizzare dallo stesso Moscati per l’Istituto di Anatomia patologica”Luciano Armanni” e recante una targa con incisa la frase “Ero mors tua, o mors” ovvero l’antica frase del profeta Osea che sottolineava la resurrezione di Cristo e che esprime in pieno il pensiero del medico futuro santo che con l’osservazione dell’autopsia insegnava ai suoi studenti il percorso per sconfiggere le malattie e la morte alla luce della fede e del messaggio cristiano.
La terza sala è la ricostruzione di un ambulatorio medico del tempo,con alcuni mobili provenienti dai laboratori dello stesso Moscati,perfettamente conservati grazie all’impegno di alcuni suoi allievi.Tra i documenti esposti anche alcune prescrizioni fatte dal santo che ne mostrano il piglio a volte severo,la sua capacità di intuizione fuori dal comune e una grande attenzione al legame tra corpo,anima e stati d’animo, temi anticipatori della moderna psicosomatica.In una delle “ricette” infatti si legge come prescrizione “Mi raccomando,non si prenda collera!” a dimostrazione che una buona predisposizione d’animo può essere curativa per la risoluzione di acciacchi e malanni.
Nel quarto spazio espositivo campeggia invece la statua di marmo della Madonna delle Grazie, dinanzi alla quale il medico-santo si tratteneva in preghiera all’entrata e all’uscita del reparto, che sopravvisse miracolosamente alla distruzione dell’edificio durante un bombardamento nel corso della Seconda Guerra Mondiale e fu ritrovata illesa, anni dopo, tra le macerie dell’ala nord dell’ospedale che erano scivolate a valle sino a via Foria.In un angolo della sala compare anche la cappelliera che Moscati aveva fatto sistemare all’ingresso del suo studio con un cappello capovolto a cui era allegato un biglietto che istruiva i pazienti sulle modalità di pagamento delle sue prestazioni che recitava:”chi ha da mettere metta,chi non ha prenda”.
Il Dottor Gennaro Rispoli, Primario di Chirurgia Generale presso l’Ospedale Ascalesi di Napoli durante la cerimonia di inaugurazione ha spiegato che ” il binomio Moscati-Ospedale Santa Maria del Popolo degli Incurabili fu davvero un’incurabile attrazione. Ecco perché il personale tutto dell’ospedale sente fortemente questo legame d’amore tra il santo che guarisce e il nosocomio più antico del Sud. E perché il Museo delle Arti Sanitarie ha voluto sottolineare il valore delle sue ricerche e delle sue intuizioni cliniche”.
La storia Moscati è quella di un medico in prima linea, la leggenda di un uomo in camice bianco che mostrò al mondo come si può moltiplicare il potere della medicina con la forza trascendente della carità.