La lotta ai primi tre posti in classifica per la Serie A Tim è serrata, ma non senza sorprese.
Per ogni coppia di club contendenti che non ti aspetti ai posti alti, altri due scivolano fuor d’ogni pronostico ai margini della parte sinistra della classifica. Mentre Genoa e Sampdoria inorgoglite si impongono sulle calamità naturali che sembrano aver dato una ragione in più per conferire gioia ai propri tifosi, di contro, le grandi di Milano, con un unico punto a separarle, deludono una piazza non semplice che, abituata a trofei a iosa, vorrebbe di più dai loro beniamini. Questo è il bello del calcio e rovinarlo con numeri e statistiche non sta bene, ma alcuni dati saltano all’occhio: la Juventus capolista conta già più di trenta punti (31) e ha all’attivo 10 vittorie su 12 gare, punita al novantesimo inoltrato dal genoano Antonelli nell’unica sconfitta e contorna con il pareggio sul risultato di 1-1 in casa del Sassuolo le sue ottime prestazioni.
Immediatamente dopo la Roma, con una sconfitta in più e una vittoria in meno, consta di un attacco più prolifico e costante, se si tiene conto della differenza di 7 gol tra quello giallorosso e quello bianconero, rifilati in un’unica partita al Parma dai piemontesi. La continuità nei risultati viene meno prima di scendere dal podio: il Napoli, terzo a sei lunghezze dalla Roma con 22 punti, perde, di media, un colpo ogni tre partite.
L’andamento degli azzurri è certamente migliorato con l’avanzare della stagione autunnale, tanto da lasciarsi alle spalle le due sconfitte (quella casalinga contro il Chievo e quella segnata dall’Udinese di Stramaccioni) e iniziare ottobre con una vittoria ai danni del Torino. Quello che nessuno poteva aspettarsi è un Parma a chiudere la lista dei partecipanti con soli sei punti, giustificabili dalla crisi societaria e il malcontento generale di chi ha toccato l’Europa con un dito senza potersela giocare.
Un Chievo, rinforzato in estate e dall’aspetto promettente per gli uomini in rosa, a nove punti scontenta non poco chi ci ha creduto nell’inizio di stagione tutto sommato positivo. Altra storia è quella del Verona, che ha fatto cassa con la cessione di Iturbe alla Roma ma non ha rimpiazzato degnamente l’esterno argentino. Non è attribuibile una colpa analoga all’Atalanta, che ha scoperto un ottimo Sportiello cedendo Consigli al Sassuolo, e pur subendo pochi gol (13, 2 in meno di Inter, Napoli e Udinese) non riesce a segnare agli avversari (peggior attacco con soli 5 gol in bilancio). Alla luce di ciò, non si può certo dire, seguendo ancora la linea dei calcoli, che tutto sia già deciso: la matematica vuole che il Parma, ultimo a sei punti, possa ribaltare tutti fino ad arrivare al terzo posto entro il girone d’andata.
Per quel che i numeri facciano sembrare, è un campionato più aperto che mai, divertente ed equilibrato, che ricorda vagamente gli anni d’oro della Serie A, quando i divari economici non influivano su quelli calcistici e in ogni angolo dello stivale c’era almeno un grande campione.
Andrea Rispo