In genere, il Ponte di Ognissanti introduce la famigerata fiera natalizia di San Gregorio Armeno con il consueto bagno di folla che si riversa lungo il secolare vicolo emblema del folklore partenopeo, nel corso del periodo più religioso dell’anno.
Tuttavia, la crisi, in concomitanza con altri fattori, hanno concorso a far slittare il suddetto bagno di folla di qualche settimana.
Pertanto, il weekend che ci siamo lasciati alle spalle è stato quello che ha dato la luce al primo, vero e copioso afflusso di ingenti carrellate di pedoni lungo lo stretto ed adornato vicolo di San Gregorio Armeno.
“La Repubblica” narra di pedoni bloccati e carrozzini ingolfati nella folla, quali diretta conseguenza della mancata applicazione del piano anticaos ideato dal Comune per il periodo di Natale. Sulla carta, il dispositivo impone la marcia a senso unico ai pedoni che transitano lungo via San Gregorio Armeno, epicentro della fiera dei presepi.
«Non c’è ancora l’urgenza», spiegano dal comando dei vigili urbani.
Di contro, protestano i commercianti: «Oggi, essendo domenica, se non interviene il Comune, ci conviene chiudere». Un esordio da incubo, in pratica, per la fiera più gettonata del capoluogo campano. In sostanza, il suddetto piano anticaos, prevede che il transito sulla strada che s’inerpica sotto il campanile della chiesa di Santa Patrizia dovrebbe essere consentito solo per chi sale da via San Biagio dei Librai, dirottando su via Tribunali il flusso in discesa da piazza San Gaetano. I vigili in strada c’erano: 30 agenti impiegati su tre turni fino a mezzanotte, mentre coppie di vigili in moto facevano capolino a piazza del Gesù, piazza San Domenico Maggiore e piazza San Gaetano, ma si guardavano bene dall’intervenire nelle “vie de caos”. «Ci sono più turisti italiani che stranieri» spiegano i commercianti.
Molti romani, ma anche pugliesi, veneziani, fiorentini.
Chi viene dall’estero, preferisce di meno il Natale, di solito, infatti, prediligono la crociera
da marzo a giugno. Ciò nonostante, nel primo weekend di panico, si è rilevata la presenza di qualche comitiva di francesi, oltre agli immancabili giapponesi. «C’è gente, ma non compra»: questa la ferma lamentela che insorge dalle bancarelle dei pastori, a dispetto del rincaro della tassa per l’occupazione di suolo pubblico versata dagli stessi commercianti della zona nelle casse di Palazzo San Giacomo.
Un esordio tutt’altro che felice per l’evento più atteso dai negozianti e dai sognatori del centro storico partenopeo.