Il Natale è la ricorrenza che più di ogni altra accende, anima ed intensifica l’unione familiare.
Pertanto, in quei cuori straziati dal dolore sortito da un lutto, questa festività assume le infami sembianze di una giornata crudele che accentua l’assenza, il vuoto e la sofferenza, insiti in quella inaccettabile scomparsa.
Questo è il volto che assumerà il Natale per la famiglia di Ciro Esposito, di Davide Bifolco e anche di Salvatore Giordano.
Quest’ultimo è l’adolescente del quale, probabilmente, qualcuno si è già dimenticato, ingiusta vittima di un assassino senza volto che perse la vita lo scorso luglio, in seguito al crollo di alcuni calcinacci dalla Galleria Umberto I di Napoli.
Salvatore morì mentre stava passeggiando lungo l’affollata via Toledo e tramortì al suolo proprio lì, dove adesso giace una stella natalizia, su disposizione del Comune, posizionata al centro della Galleria, teatro di morte, nel quale, però, qualcuno impone che “lo spettacolo deve continuare”.
Lo zio della giovane vittima che il 13 novembre avrebbe compiuto 14 anni ha fortemente polemizzato riguardo l’istallazione del mega addobbo natalizio, nel corso de “La Radiazza”, la trasmissione condotta su Radio Marte da Gianni Simioli e con Francesco Emilio Borrelli.
Il portavoce delle famiglia Giordano rivendica maggiore sobrietà istituzionale, unitamente a più rispetto e considerazione.
“Invece di spendere soldi per gli addobbi avrebbero potuto riqualificare altri edifici ed impedire altre tragedie. – Ha dichiarato lo zio di Salvatore – A che è servito il sacrificio di mio nipote se non cambia nulla nella massa in sicurezza degli edifici cittadini? Non permetteremo che la sua vicenda sia fatta cadere nel dimenticatoio.”
L’unico orpello che ricorda la sciagurata tragedia di Salvatore, di contro, è fortunosamente affisso per strada, sbiadito e lasciato deteriorare in un fatiscente stato d’abbandono, mentre la sontuosa stella natalizia troneggia al centro della Galleria Umberto I.
Una vicenda che punta nuovamente i riflettori sulla situazione nella quale, da quel tragico giorno, imperversa tuttora la Galleria Umberto I: nonostante le impalcature siano state allestite da mesi, non sono ancora iniziati i lavori; più parti della struttura sono state dichiarate pericolanti, eppure la Galleria, nel cuore della notte, si tramuta in un campo di calcio improvvisato che ospita i tornei amatoriali degli scugnizzi.
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