Questione Eternit: a partire dagli anni Cinquanta, circa tremila persone tra lavoratori ed abitanti delle zone limitrofe ai quattro stabilimenti sul suolo italiano, hanno perso la vita. Per dare voce a chi ne è stato vittima, le città coinvolte sono scese giovedì in piazza per far conoscere il disagio che corre. Il presidio in Piazza del Plebiscito organizzato dai sindacati CGIL, UIL, CISL e da un’associazione di familiari sia delle vittime che degli attuali lavoratori dell’Eternit di Bagnoli aveva lo scopo di chiedere ed ottenere giustizia; il motivo è dettato dal fatto che la Cassazione ha ritirato la condanna al magnate Stephan Schmidheiny che avrebbe dovuto scontare 18 anni di carcere.
La protesta è quindi estesa anche al governo che mai come in questo momento deve far sentire il peso del potere di cui gode e portando luce sulla questione per avere finalmente la tanto attesa giustizia, ma anche una maggiore sorveglianza sanitaria per chi in passato era esposto alle sostanze tossiche e pericolose che derivavano dall’esposizione continua all’amianto. Secondo i sindacati sono oltre 500 le vittime di questo tragico fenomeno solo a Bagnoli, mentre in tutta Italia sono oltre 3500 e non c’è alcuna prospettiva di diminuzione. Anche il sindaco Luigi de Magistris è sceso in piazza al fianco del popolo, affermando che ‘tutta la città deve stringersi attorno ai familiari di chi ha subito, per cercare una giustizia che la sentenza non ha saputo garantire’.
In Prefettura, i sindacati hanno proposto un cambiamento della legislazione sui reati ambientali per risarcire i familiari colpiti da questa tragedia. Il segretario generale della CGIL, Franco Tavella, ha inoltre lanciato un appello al Presidente del Consiglio, invitandolo ad incontrare proprio le famiglie coinvolte scese in piazza, dando quindi una concreta dimostrazione di come le istituzioni siano disposte ad aiutare i cittadini e specialmente i cittadini colpiti dalle ingiustizie. Renzi si era già fatto sentire, appena dopo la sentenza della Cassazione che aveva rimosso la condanna accennata prima, sentenziando che è necessario cambiare la legge se un reato del genere viene poi prescritto. Al pari passo di Bagnoli, anche le città di Casale Monferrato e Oristano sono scese in piazza. La stessa Casale, nella giornata di giovedì ha dichiarato lutto cittadino.