Il viaggio in Colombia, da parte degli inquirenti che stanno lavorando alla ricerca della verità sull’omicidio Vassallo, sta concorrendo a portare alla luce nuovi elementi.
Quattro anni dopo l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, c’è un indagato: Bruno Humberto Damiani De Paula, detto il “brasiliano”. Una carriera da calciatore, sfociata nel crimine, prima affinata mediante la pratica di rapine e spaccio di droga, poi “l’escalation” che trova la sua estrema espressione nell’accusa di omicidio volontario in concorso con altri ancora da identificare.
La formalizzazione dell’iscrizione è giunta proprio grazie alla trasferta degli investigatori nel carcere colombiano di Bogotà dove si è svolto l’interrogatorio del narcos. Damiani ha negato qualsiasi addebito e ribadito fermamente non soltanto di non conoscere personalmente il sindaco Vassallo, ma soprattutto di non aver mai avuto uno scontro diretto con lui per quanto riguarda lo spaccio di droga nella zona del porto di Acciaroli.
“Il brasiliano” mente sapendo di mentire, perché, a supporto di questa accusa, vi è la testimonianza di centinaia di abitanti del posto, ma anche dei villeggianti che durante il periodo estivo affollano “la Perla del Cilento” e che nel corso delle ore notturne che scandivano la mondanità acciarolese, durante quell’estate particolarmente calda, hanno più volte avuto modo di imbattersi in quegli scontri a muso duro tra Damiani e Vassallo che avvenivano proprio lì, nel cuore della movida, sul porto di Acciaroli .
“Il Brasiliano” ritornato proprio quell’estate ad Acciaroli, dopo svariati anni d’assenza, “sfidava” in vario modo la legalità.
Quell’estate fu protagonista di un aggressione ai danni di un turista straniero, reo di averlo spintonato, tra i vicoli del piccolo paese cilentano, in quanto incapace di sostenere un’andatura lineare, perché ubriaco.
Damiani, di tutta risposta, gli sferrò un pugno in pieno viso, facendolo tramortire al suolo privo di sensi, fino a rendere necessario l’intervento di un’ambulanza per rianimarlo.
Damiani si dileguò nel buio della notte, ma, nei giorni successivi si bardava del vanto di essere l’autore di quel violento episodio.
“Il Brasiliano” amava giare a bordo della sua imponente moto, senza indossare il caso, percorrendo anche e soprattutto le aree pedonali sottoposte al controllo delle videocamere.
Tutti dovevano vedere che lui “comandava” in quel territorio e non temeva, niente e nessuno.
Oggi Damiani professa la sua innocenza chiedendo agli inquirenti di poter far rientro in Italia per risolvere i propri problemi giudiziari relativi alle contestazioni di reati di spaccio che pendono sul suo capo.
Eppure, forte è il sentore che “il Brasiliano” abbia molto da raccontare in merito all’omicidio Vassallo.
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