Wroclaw, 15 novembre 2014. Antonio Esposito è campione d’Europa Under 23 di judo.
Per il proprio compleanno ogni ragazzo chiede o spera di ricevere un regalo tanto atteso; c’è chi invece decide di regalarsi autonomamente una medaglia d’oro agli Europei Under 23 di judo. Antonio Esposito il 18 novembre compirà 20 anni con al collo la medaglia dal colore più pregiato, quella d’oro.
Direttamente da Wroclaw, Polonia, un giorno da ricordare per il judo italiano e, nello specifico, campano. Per ogni judoka il sogno più grande è rappresentare la propria Nazione in gare internazionali passando per Europei e Mondiali prima di raggiungere le tanto agognate Olimpiadi.
Prima di entrare nello specifico della competizione è bene dare un piccolissimo accenno riguardante il judo, arte marziale originaria del Giappone nel 1882 per merito del Professor Jigoro Kano. Judo vuol dire via della cedevolezza ed è una vera e propria arte che fà prendere a tutti una conoscenza totale del proprio corpo, della propria mente e del proprio spirito. Jikoro Kano ha sempre spiegato che il termine Ju non è altro che un concetto riguardante la logica, la virtù e lo splendore; è la realtà di ciò che è sincero, buono e bello. L’espressione completa del judo avviene attraverso il waza, che si acquisisce con l’allenamento tecnico basato sullo studio scientifico. Termini che messi così, per tre quarti dei lettori non significano nulla ma che invece comprendono un mondo, una dedizione, una filosofia di vita che accompagna gli appassionati sin dai primi approcci con questa disciplina.
Il Judo è uno dei cosiddetti sport poveri e come tale ha poca visibilità e soprattutto poca voce in capitolo a discapito di altri sport che invece sono visibili addirittura sui canali più sconosciuti dell’etere. Torniamo, però, alla gioia del giovane Antonio che ad un anno dal trionfo Mondiale Juniores riesce a salire anche sul gradino più alto dell’europeo under 23 per la categoria +73 kg, al termine di una splendida gara e di cinque vittorie contro avversari d’alto rango.
In esclusiva per Napolitan, Antonio Esposito ha dichiarato: “Quel che si prova per una vittoria, quello che sto provando per questa vittoria è indescrivibile, soprattutto perchè dopo la vittoria al Mondiale sembro esser stato colpito da una sorta di maledizione tra infortuni e, una volta rientrato, gare andate male. Proprio in quei momenti di sofferenza, però, ho capito che era giunto il momento di risollevarmi perchè è vero che i grandi successi devono passare anche per i momenti difficili, quei momenti nei quali i dubbi la fanno da padrone e dove ti senti perso, come se ti trovassi in una stanza immensa e buia e non sapere dove andare per poter trovare la porta che ti riconduce su sentieri a te più consoni. Volevo questa medaglia, la volevo a tutti i costi anche per riconfermarmi, per dimostrare a tutti che il Mondiale vinto non è stato una casualità poichè se dopo una vittoria importante arriva qualche sconfitta, tutti gli spettatori o addetti ai lavori diventano critici di fama mondiale e sono pronti ad infangare il tuo lavoro, assegnando la vittoria ad un caso e non al sacrificio e al duro lavoro e perchè no alla bravura”.
Dopo questa splendida vittoria certamente non possono mancare i primi pensieri e i rigraziamenti a chi in questi mesi ha vissuto le giornate sportive di Antonio, soffrendo e gioendo con lui, dandogli man forte anche nei momenti più difficili: “Questa medaglia la dedico alla mia famiglia che mi è sempre accanto, al mio Maestro Lello Parlati, maestro non solo di judo ma anche di vita e al mio migliore amico Fabio Basile con il quale condivido gli allenamenti e che mi ha supportato soprattutto quando i risultati stentavano ad arrivare”.
Antonio è giovane ma ha ben chiaro il suo obiettivo, sogna le Olimpiadi di Rio 2016, sperando che i risultati positivi ottenuti ad oggi possano fruttargli la chiamata della Nazionale maggiore per fargli disputare qualche gara di qualificazione perchè se sognare è lecito a tutti, perseverare e lottare per raggiungere quel sogno è tipico di chi ha la stoffa del campione e Antonio ha le qualità per emergere e per diventare anche Grande tra i grandi.
La favola del giovane judoka ha un sapore ancora più dolce perchè quando un ragazzo di Napoli vince qualcosa di importante è una sorta di rivincita per l’intera città poichè Napoli viene sempre presentata e pubblicizzata per le note stonate che la caratterizzano e poco per i bellissimi dipinti che la adornano. La sua vittoria è la vittoria di una società sportiva, la Nippon Club Napoli, sita a Ponticelli, guidata dal Maestro Raffaele Parlati e fucina da sempre di campioni che con i propri risultati hanno reso merito ai sacrifici dello stesso maestro e del suo staff.
Il Maestro Parlati è una sorta di secondo padre per tutti i suoi atleti, sà essere indulgente e allo stesso tempo comprensivo con i propri ragazzi che cresce in palestra sin da bambini senza distinzione alcuna. Ponticelli è uno di quei quartieri difficili di Napoli, dove forse uno dei modi per poter emergere è proprio attraverso lo sport, un quartiere dove giorno dopo giorno sei in bilico per il futuro, dove è semplice smarrirsi e difficile trovare la strada giusta; la famiglia Parlati accoglie da sempre tutti coloro che sono intenzionati a conoscere quest’arte accompagnandoli mano nella mano in un percorso non sempre semplice. Ho avuto la fortuna di conoscere il Maestro e tutta la sua famiglia e posso dire con certezza che la dedizione e la passione per il judo è così forte che il judoji (per chi non lo sapesse è l’abito di chi pratica judo) è il primo abito da indossare nelle migliori occasioni, quindi non è un caso che la società Nippon Club Napoli si trovi tra le migliori società in Italia e molti atleti sono volti noti nel giro della Nazionale ma di questo parleremo prossimamente, per ora rendiamo merito ad un grande risultato, un titolo Europeo.
Antonio Esposito ha portato Napoli sul tetto d’Europa.