Stagione 2012/2013, dopo una grande cavalcata il Napoli targato Mazzarri e trascinato dal bomber Cavani arrivava al secondo posto dietro la Juventus staccato di soli 9 punti; tra i protagonisti più importanti di quel Napoli troviamo Juan Camilo Zuniga, “titolarissimo” sulla corsia sinistra nel rodato 3-5-2, che mette in mostra le sue doti di corsa e tecnica, abilità negli inserimenti e una maggiore attenzione in fase difensiva. Il suo nome è sul taccuino dei club più importanti d’Europa,tra i quali Juventus e Barcellona, che cominciano a corteggiarlo favoriti da un contratto con scadenza 2014; De Laurentiis non vuole privarsi del giocatore e, considerando il rischio di perderlo a parametro zero di lì a poco e la difficoltà di trovare un degno sostituto sul mercato a cifre contenute, dà il via a lunghe trattative di mercato che finiranno positivamente nell’ottobre 2013: contratto fino al 2017 con opzione di un altro anno, a 3,5 milioni di Euro annui più bonus (facilmente raggiungibili) che portano il colombiano a guadagnare una cifra intorno ai 4 milioni, diventando uno dei giocatori più pagati dell’intera rosa, in più viene inserita una clausola rescissoria fissata a 35 milioni di Euro che spegne definitivamente le voci di mercato.
Poche settimane dopo arriva il primo grande stop per il colombiano: dopo una serie di partite ravvicinate tra gli impegni con il Napoli e le partite di preparazione al Mondiale in Brasile con la Nazionale colombiana, il giocatore risente di un’infiammazione della cartilagine del ginocchio. Il problema, in realtà, ha radici lontane: infatti ben otto anni fa Zuniga fu sottoposto ad un intervento di meniscectomia laterale al ginocchio, un intervento molto delicato che, come afferma il dottor Marcello Martino,responsabile della Chirurgia ortopedica applicata allo Sport per la Liberti & Partners,”Questo intervento ha tra le sue complicanze l’instabilità del ginocchio. Questa a sua volta favorisce una rapida “condrolisi” (cioè il danno alle cartilagini) e il risultato finale è il dolore e l’idrarto (il ginocchio si “gonfia” per una reazione infiammatoria).” Zuniga è quindi costretto ad un operazione in artroscopia al ginocchio, condotta dal Prof. Pier Paolo Mariani, Medico Chirurgo Ortopedico, che opera a Roma presso la Casa di Cura Villa Stuart; inizialmente i tempi di recupero si quantificano intorno ai 45/60 giorni ma, anche a causa dell’estrema precauzione del giocatore, il Napoli lo riavrà a disposizione solamente per le ultime due gare di campionato. Ovviamente sul recupero del colombiano ha pesato enormemente la volontà di farsi trovare pronto per disputare il Mondiale con la Colombia. Zuniga viene infatti convocato e disputa ben 4 delle 5 partite dei Cafeteros, con prestazioni tornate ai livelli ottimali che confermano come il giocatore abbia ormai superato il suo momento più buio.
Di ritorno a Napoli, dopo una preparazione estiva priva di intoppi, Zuniga viene riproposto nel suo ruolo naturale di esterno basso a destra nel 4-2-3-1 di Benitez, che cerca di metterlo nelle migliori condizioni per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Tuttavia, le prestazioni nei primi due mesi del colombiano sono altalenanti, il giocatore non convince pienamente e sembra ancora alla ricerca della migliore condizione psico-fisica nonostante il tecnico spagnolo tenda ad evitargli le tre partite in una settimana per non sforzarlo eccessivamente. Per questo salta la trasferta in Svizzera contro lo Young Boys, ma il suo rientro è in programma per la domenica successiva contro il Verona al San Paolo: inaspettatamente, invece, non risulta tra i convocati per la sfida, il problema è un nuovo infortunio: a seguito di accertamenti viene riscontrato un trauma distorsivo al ginocchio operato. Il giocatore preme per l’intervento, mentre lo staff sanitario del Napoli spinge per una terapia conservativa: il medico sociale degli azzurri De Nicola, dopo un consulto con il Prof. Mariani, decide di assegnargli un lavoro personalizzato e terapie mirate ad evitare la nuova operazione che metterebbe fuorigioco l’esterno per almeno due mesi.
Non riscontrando particolari miglioramenti, Zuniga viene portato presso la Clinica San Rossore di Pisa per una valutazione del Professor Enrico Castellacci su un eventuale trattamento con cellule staminali; la terapia non è particolarmente innovativa e consiste nel tentativo di effettuare una vera rigenerazione della cartilagine. Dalle ultime notizie sul caso, sembra che questa terapia abbia avuto un effetto positivo sul giocatore, che potrà ricominciare in questi giorni il percorso riabilitativo a Castel Volturno che durerà due settimane ma, dati i precedenti, nessuno sembra volersi sbilanciare eccessivamente sulle date del recupero.