Il turismo come fenomeno da arginare piuttosto che da incrementare: questo è quanto emerge dal calderone di polemiche innalzatosi intorno alle antiche rovine di Pompei.
Questa è la nuova aria che tira all’interno degli scavi archeologici, soprattutto in seguito alla visita dei due ispettori dell’UNESCO, il britannico Cristopher Young e il francese Jean Pierre Adam avvenuta nei giorni scorsi.
Il sensato problema al quale far fronte, in verità, dovrebbe essere quello di portare a Pompei il maggior numero di turisti, offrendo loro una qualità di servizi all’altezza della situazione. Al contrario si apprende che dal prossimo anno gli ingressi all’area degli scavi saranno a numero chiuso.
Dai tecnici del ministero di Franceschini arriva la sconcertante conferma: «A Pompei entrano troppi visitatori, va trovata una soluzione. Per la precisione, c’è una erosione turistica terrificante dovuta al calpestio di migliaia di persone».
Sulla strategia del «numero chiuso» non si è ancora espresso ufficialmente il soprintendente di Pompei, Massimo Osanna, che nei giorni scorsi si è scusato personalmente con le migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo rimasti fuori dai cancelli del sito a causa dell’ennesima vertenza sindacale dei custodi.
Gli Scavi di Pompei da 15 anni registrano un flusso costante di oltre 2 milioni di persone all’anno; numeri superati in Italia solo il Colosseo, con circa 3 milioni di turisti. Tuttavia, rispetto ai numeri conseguiti da musei di calibro internazionale, l’Italia viaggia decisamente a bassissima quota, in virtù del fatto che nelle altre città europee le manovre politiche ed economiche sono finalizzate ad incrementare l’affluenza turistica, non a contenerla. Ma, anche in questo, l’Italia vuole ostinarsi a dimostrare di essere “il Paese delle contraddizioni.”
Risulta troppo palese che per salvaguardare al contempo l’integrità artistica del patrimonio pompeiano e il plusvalore economico del patrimonio turistico, urge trovare una strada diversa da quella troppo semplice e autolesionistica degli ingressi a numero chiuso.