A volte non c’è esperienza più bella di vivere la propria città come un qualsiasi turista.
Una domenica mattina dopo aver preso la metropolitana dal Vomero ed essere giunta a Toledo, accecata e meravigliata dei colori intensi della fermata della metro decisi di incamminarmi per via Toledo.
Come prima tappa volli ritornare in un piccola chiesa che si trovava all’inizio dei quartieri spagnoli, precisamente in Vico tre re a Toledo, diventata un santuario dedicato a Santa Maria Francesca delle cinque piaghe. La prima sensazione che provai fu subito quella di serenità accompagnata da un misto di gioia e pace, anche se la chiesa in quel momento era piena di fedeli.
In fondo alla chiesa notai delle scale che scoprii che portavano all’abitazione dove visse la Santa, dove trovai delle suore che accoglievano i fedeli e sopratutto donavano la speranza alle donne che avevano difficoltà ad avere figli. Le suore provvedevano infatti alla benedizione delle stesse dopo averle fatte sedere sulla sedia che usava Santa Maria Francesca quando si raccoglieva nella preghiera. Quindi, guardandomi attorno vidi che le sale erano piene di ex voto e di coccarde con i nomi dati ai nascituri in onore della Santa.
Dopo aver recitato una preghiera, me ne andai per continuare la mia passeggiata.
La prossima tappa era palazzo Zevallos Stigliano dove sebbene fosse domenica c’era una grande folla di persone in attesa di entrare. La curiosità di vedere la nuova mostra allestita era più forte del disagio provocato dal mettersi in fila.
Quando entrai ammirando la maestosità, l’eleganza e la bellezza delle sale mi dimenticai di tutto, avvolta dalla musica che sentivo in sottofondo salii al piano superiore dove c’era esposto Il martirio di Sant’Orsola del Caravaggio che era stato restituito alla nostra città dopo un’inteso lavoro di restauro.
Dopo aver completato la visita uscii e mi incamminai verso casa, ma portai con me la luce e l’umanità colta nel quadro del Merisi.