Nella provincia di Milano un gruppo di dodicenni componenti di una squadra di calcetto, hanno trovato il coraggio di denunciare il loro allenatore che, da diverso tempo, mascherava le molestie sessuali facendole sembrare attenzioni o rimproveri.
Uno dei ragazzini dopo molto tempo non ce l’ha fatta più e, finalmente, ha trovato il “coraggio” di raccontare quello che lui e i suoi compagni erano costretti a sopportare.
Spinti da quest’atto “eroico”, gli altri bambini si sono fatti anche loro forza e hanno superato l’ingiustificato, ma fin troppo comune, senso di colpa e hanno parlato confermando e descrivendo le molestie e le umiliazioni subite.
Le forze dell’ordine sospettano che l’uomo abbia abusato almeno di altri quattro bambini, anche se il gip Maria Vicidomini sostiene che siano solo due; stando comunque alle dichiarazioni delle vittime e al materiale pedopornografico trovato nel computer, gli è stata conferita la condanna di quattro anni di carcere.
La società sportiva ha, parallelamente alle indagini, sospeso il rapporto con l’allenatore e l’ha costretto all’allontanamento.
Purtroppo resta questo fatto increscioso e spiacevole che ha colpito degli innocenti bambini che volevano semplicemente tirare quattro calci ad un pallone, approcciarsi al gioco del calcio, e vivere lo sport come un momento di svago stando insieme tra coetanei.
Molti fatti del genere si sentono fin troppo spesso in giro e, purtroppo, troppe pene poco severe per degli individui che fanno del male sia psicologico che fisico a dei poveri innocenti.