Neanche il video hot di Belen fece tanto rumore: la doppia spunta blu di WhatsApp ha letteralmente mandato in tilt il web, i suoi utenti e gli alibi sterili dei “latitanti delle chat”.
La notizia è questa e ormai è nota a tutti: è arrivata la doppia spunta blu che rivela se il messaggio è stato letto.
Ciò ha costretto milioni di miliardi di gruppi di generazioni ad indire riunioni straordinarie per discutere dell’innovazione.
“Aspetta, ora ti mando un messaggio, così capisco bene che succede… Ah, ok! Ecco… È vero… Funziona!!!”
L’innovazione galvanizza quel popolo che ormai vive i rapporti umani in funzione dei segni dettati dalla virtualità: “Adesso non ha più scuse, non potrà più dirmi… Il messaggio l’ho letto stamattina, quando me lo hai inviato già dormivo!”
Una novità che genera un’apoteosi di sentimenti di riscatto e rivalsa nei cuori feriti da plurime coltellate di “messaggi senza risposta”: “Voglio vedere se adesso ha il coraggio di visualizzare e non rispondere!!!”
E allora, terminato l’incontro al vertice con voto a favore all’unanimità, si ritorna alla vita quotidiana rinvigoriti dalla nuova conquista.
Proprio lei, quella con il cuore infranto dai messaggi annegati nel silenzio, vede in quella doppia spunta blu un infallibile punto di sutura con il quale medicare quelle maldestre ferite e quindi applica immediatamente alla vita reale quella sensazionale novità dando il via alla “prova del nove”: invia un messaggio a quel lui che tante volte si è già dimostrato un pessimo interlocutore virtuale.
Ma lei è furba, lo mette con le spalle al muro sottolineando l’esistenza del “nuovo nemico” con il quale la sua disinteressata negligenza sarà tenuta a combattere: “Ciao… Hai saputo delle spunte blu? Adesso non avrai più scuse: devi rispondere ai messaggi!”
L’sms si chiude con uno smile, una di quelle emoticon che abilmente rimarcano la malizia del testo.
Le tanto attese ed adorate spuntine blu appaiono accanto al messaggio, ma esattamente come tutte le altre volte, non sortisce alcun cenno di replica da parte di lui.
E allora, rispetto a prima, cos’è cambiato?
Beh, le “investigatrici compulsive” maniche dei “controlli virtuali incrociati” dispongono di uno strumento aggiuntivo con il quale torturare i propri sciagurati neuroni.