Fabrizio Bracconeri lo ricordiamo tutti come “l’amico di Carlo Verdone” nel film “Acqua e sapone” e ancor di più come Bruno Sacchi nella serie tv cult trasmessa da Italia 1, negli anni 80-90, “I ragazzi della 3ª C”.
Di recente è tornato al centro dell’attenzione mediatica, non per vicende legate alla sua carriera artistica, bensì strettamente e tristemente correlate alla sua vita privata: “Mio figlio Emanuele è un ragazzino autistico grave. Da ben dieci anni segue una terapia che costa 2.400 euro al mese”.
Era disperato l’ex assistente a “Forum” quando sabato scorso nel corso della trasmissione “Verissimo” ha raccontato la drammatica situazione familiare che sta vivendo.
“Qualche settimana fa ho scritto in un tweet che la depressione mi perseguita, ma non mollo – ha ancora dichiarato Fabrizio – L’ho scritto poiché in Italia spesso le famiglie che hanno figli con gravi handicap si trovano nella triste situazione di dover scegliere se mangiare o se curare i propri figli”. L’attore soffre di depressione da molto tempo ma “voglio ribadire che non ho nessuna intenzione di suicidarmi. E’ solo che da anni mi batto perché le istituzioni ci aiutino, ma le istituzioni sono assenti”. In questa difficile situazione sembra, però, aprirsi uno spiraglio.
A Silvia Toffanin Fabrizio confida: “Per caso quest’estate ho scoperto che in Sicilia, a Valderice, esiste un centro specializzato per l’educazione di ragazzini con gravi handicap che, unico caso in Italia, è interamente pagato dalla regione Sicilia. Destino vuole che io abbia una casa delle vacanze a sette chilometri da lì, ad Erice, per cui ho deciso di trasferirmi in Sicilia per poter curare Emanuele e dargli la speranza di un futuro migliore”.