Blitz anticamorra nel Casertano dove la Polizia di Stato, coordinata dalla DDA di Napoli, ha eseguito 34 ordinanze cautelari nei confronti di persone ritenute affiliate al clan Belforte di Marcianise, in particolare alla frangia attiva a Maddaloni.
Fatta luce su decine di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti tra Maddaloni, Cervino e Santa Maria a Vico. Sono accusate, tra l’altro, di associazione di stampo mafioso, estorsione, detenzione e spaccio di droga. Tra le vittime anche i titolari dell’impresa aggiudicataria dell’appalto, del valore di due milioni di euro, finanziato in gran parte dalla Conferenza Episcopale Italiana, per la realizzazione di un complesso parrocchiale a Maddaloni. I destinatari della misura cautelare sono gravemente indiziati di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, plurime condotte estorsive, reati inerenti le armi, partecipazione ad un’associazione finalizzata alla detenzione ed allo spaccio di stupefacenti, delitti aggravati dalla metodologia mafiosa. Sono oltre trenta gli episodi estorsivi, tra reati tentati e consumati, che hanno visto protagonisti i 34 presunti esponenti del clan Belforte di Marcianise, attivo nei comuni casertani di Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino e Santa Maria a Vico, a cui la Squadra Mobile della Questura di Caserta ha notificato altrettante ordinanze nell’ambito di una vasta operazione anti camorra. Complessivamente sono 45 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla DDA di Napoli.
I nuovi reggenti del clan raggiunti dal provvedimento sono i parenti dei capi detenuti da anni: il 25enne Andrea D’Albenzio, il cui padre Giorgio e lo zio Clemente sono storici referenti a Maddaloni del clan Belforte, ci sono Pasquale Magliocca e Giuseppe Ciardiello, cugino e cognato dell’altro esponente di spicco Nicola Loffredo, Giuseppe Martino, fratello dell’ex reggente Nicola, oggi collaboratore di giustizia. Nomi e parentele che documentano un “passaggio del testimone” ai vertici del clan. Determinante per le indagini è stato il sequestro operato dalla Squadra Mobile di alcuni fogli di una sorta di libro mastro, appunti riportanti nominativi e cifre riferibili ai ratei estorsivi richiesti dall’organizzazione agli operatori economici della zona durante l’arresto il 27 gennaio 2011 di Pasquale Magliocca. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che alcuni degli affiliati indagati avevano costituito un’organizzazione attiva nel territorio di Maddaloni e nei centri limitrofi, finalizzata alla gestione del mercato degli stupefacenti, in particolare di hashish, che operava parallelamente all’organizzazione camorristica, consentendo loro di «integrare» le entrate derivanti dalle attività estorsive.