Siamo una società che troppo gratuitamente si dimostra incapace di rilevare “il bianco che vive ne nero” e di contro ci rifiutiamo di voler vedere del “nero nel bianco” anche quando quella violenta e sudicia macchia è più che evidente ed evidenziata.
Quanto accaduto ieri, ancora una volta, rimarca e sottolinea come e quanto la sopra citata affermazione trovi triste e quotidiano riscontro nella realtà.
Ed, anzi, consegna un assai più disarmante condizione: quella che regna in taluni corpi, animati dall’insana convinzione che “il nero che regna nel bianco, è bianco”.
Corso Garibaldi è notte fonda: un immigrato interviene per sventare una rapina e riesce a recuperare la borsa della turista francese vittima dell’aggressione. Alla scena assistono gli abitanti del posto che fanno muro per permettere ai malviventi di fuggire, ma i carabinieri riescono ad arrestarne uno, Carmine Roccia, 19 anni, incensurato.
È da poco trascorsa la mezzanotte quando due rapinatori, coltello in pugno, si avvicinano a una 29enne turista francese e le intimano di consegnare la borsa. La donna si dispera, ma cede. Un immigrato senegalese 36enne vede tutto e decide di intervenire in difesa di quell’indifesa donna e riesce a recuperare il bottino restituendo alla donna in lacrime la borsa con 500 euro, un tablet, uno smarphone e il passaporto. Ma proprio quando l’immigrato prende la borsa e sta bloccando i malviventi, accade l’inverosimile: un gruppo di italiani fa muro permettendo ai rapinatori di darsi alla fuga, minacciando di morte il senegalese.
Solo allora sopraggiungono i carabinieri e riescono a bloccare uno dei banditi che finisce in manette.
Una vicenda dalla quale esce barrato con dignitose ed ammirevoli spoglie solo “il bianco che vive nel nero”.