Due tifoserie che un tempo erano gemellate e tra le quali intercorrono 15 anni di odio, troppo spesso sfociati in cruenti scontri, culminati nel più tragico episodio di violenza partorito dal calcio italiano: il ferimento di un trentenne tifoso napoletano, avvenuto lo scorso 3 Maggio nei pressi dello Stadio Olimpico di Roma, poco prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
Quel tifoso si chiama Ciro Esposito e viene raggiunto da un colpo di pistola sparato da Daniele De Santis, un ex-ultrà giallorosso già noto per essersi reso autore di molteplici episodi di violenza.
Ciro Esposito muore dopo 52 giorni di agonia in ospedale.
Ciro è l’ingiusta vittima di una folle ed antica guerra che divide due tifoserie che, come detto, un tempo sono state finanche capaci di amarsi. La leggenda vuole che il gemellaggio degli Anni 80, infatti, sia caduto per colpa del gesto dell’ombrello che Salvatore Bagni rivolse alla Curva Sud il 25 ottobre 1987. In realtà, durante il consueto scambio di bandiere tra le tifoserie al portacolori azzurro non fu riservata una splendida accoglienza. Quello fu l’incipit di una lunga e violenta storia condita di insulti e tafferugli.
Nel 2001 diecimila tifosi della Roma invadono Napoli per festeggiare lo scudetto, che non arriva. Arrivano invece gli scontri allo stadio, con lancio di sassi verso i giallorossi, poi Fuorigrotta viene devastata. Su youtube è possibile visionare video che immortalano le gesta di invasati che si esaltano per aver messo a ferro e fuoco le strade di Napoli.
L’8 dicembre 2005 a Napoli, in occasione di una partita di Coppa Italia che contrappone giallorossi ed azzurri, persa 3-0 da questi ultimi, prima dell’incontro si verificano cruenti scontri tra tifosi e il commissariato adiacente allo stadio San Paolo viene preso d’assalto dagli ultrà partenopei.
Il 4 maggio 2008, 17 tifosi del Napoli vengono arrestati per aver assaltato un bus di romanisti diretti a Genova.
Nell’agosto dello stesso anno la trasferta degli ultrà partenopei è un’odissea: verranno accusati di aver devastato il treno che li ha portati a Roma, ma poi verranno scagionati. Nessun dubbio, invece, sull’accoltellato, si tratta di un supporter azzurro e i sette arresti, da entrambe le parti.
Il divieto delle trasferte e la tessera del tifoso riducono i disagi.
Fino al 3 maggio 2014: nella storia del calcio italiano mai dei tifosi avevano utilizzato pistole.
Il calcio italiano e il mondo del tifo organizzato giungono ad un punto di non ritorno.
L’auspicio che deve animare tutti i cuori innamorati del calcio è che, a partire da oggi, sul “derby del sole” possa tornare a splendere il sole.