Prima di andare allo stadio, guardate una foto di Ciro, guardate i suoi occhi, specchio di quell’anima troppo presto e troppo brutalmente scippata via da questa terra, guardate quel sorriso, denso di solarità e voglia di vivere.
Guardatelo bene, poi riponete quell’immagine in uno dei più intimi e sicuri cassetti del cuore e portatela allo stadio con voi. Lì dove avrebbe voluto essere e dove sarebbe stato Ciro, se quel maledetto 3 maggio non fosse stato ferito a morte da colpi di crudele ed irragionevole odio.
Oggi più che mai fate in modo che Ciro viva nei cori intonati dalle vostre voci, nelle sciarpe e nelle bandiere che sventolano verso il cielo come in segno di saluto per quell’angelo azzurro. Il più azzurro di tutti.
Quella che si giocherà tra qualche ora non è una partita qualunque, ma spetta a noi, a voi, ai napoletani fare in modo che rimanga “solo una partita” e che il calcio torni ad essere “solo un gioco”. Anche quella che si è giocata lo scorso 3 maggio doveva essere “solo una partita” ed invece quella data è maledettamente destinata a ricordare un episodio di cronaca grave e violento legato alla storia di quello che dovrebbe essere “solo un gioco”.
Allora, se vi viene voglia di lasciar esplodere quel focolaio di fumanti, frammiste e contrapposte emozioni che vi ribollono nelle budella, tirate nuovamente fuori quella foto di Ciro, così che possa parlare al vostro cuore e siano i suoi occhi ed il suo sorriso a ricordarvi che “d’amore non si muore” e non si può e non si deve morire così.
Mai più. In nessun paese, in nessuna città, in nessuna nazione.
Napoli non vuole vendetta, solo verità e giustizia per Ciro.
Oggi, domani, sempre. Ma oggi un po’ di più.