Napoli-Roma è sempre stata una “partita calda”, ma dallo scorso 3 maggio, in seguito agli scontri avvenuti fuori allo stadio Olimpico e culminati con la morte di Ciro Esposito, l’odio che intercorre tra le due tifoserie è diventato ancor più alacre.
Pertanto, quella che si disputerà sabato al San Paolo, alla sola presenza dei supporter azzurri, sarà una partita ancor più tesa e delicata, sotto tanti aspetti, principalmente sul piano emotivo.
Non sarà una giornata qualunque, in particolar modo, per Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito che la trascorrerà, come lei stessa racconta in un’intervista rilasciata all’Ansa, ancora una volta “spiegando come la violenza e la vendetta non abbiano senso”.
Antonella, non sa se sarà allo stadio, non ha ancora deciso, però ha ben chiaro cosa vorrebbe vedere sugli spalti: “I miei fratelli nella fede hanno preparato uno striscione meraviglioso che invita a combattere la violenza con l’amore. Spero che lo potremo esporre. Mi piacerebbe che nello stadio, che oggi è luogo di violenza, entri l’amore”.
La donna prova un profondo rammarico per il divieto di prendere parte alla partita ai tifosi di fede giallorossa: “Speravo tanto che potesse avvenire qualcosa, che si potesse arrivare a una pacificazione, a un dialogo, invece la scia di violenza che ha provocato la morte di mio figlio non si è ancora spenta. Sabato mi aspetto qualcosa di bello da tutti i tifosi napoletani, perché inizi un percorso che porti a uno stadio aperto a tutti per la prossima partita tra le due squadre. Ho letto dell’auspicio per un abbraccio tra i leader delle due squadre in campo. Sarebbe un messaggio importantissimo se Totti, Higuain e gli altri campioni si abbracciassero in campo dando un segnale forte alle due tifoserie. Un segnale di pace come quello che avevo chiesto a Totti con parole che forse non sono state comprese o sono state travisate“.
La Leardi torna sulla polemica a distanza con il capitano della Roma, ma solo per spiegare, per spingere i calciatori di Napoli e Roma a dare l’esempio: “No, non ce l’ho con l’assassino di mio figlio, perché mai dovrei avercela con Totti? So bene che i calciatori e i tifosi veri non c’entrano con la morte di Ciro. Eppure quelle polemiche mi hanno fatto male, perché sono stata insultata sul web da qualche romanista che mi ha accusata di speculare sulla morte di mio figlio. Fa niente, perché ho conosciuto tanti tifosi romanisti perbene in questi mesi. Ho avuto la vicinanza anche dai giocatori, come il portiere Morgan De Sanctis che mi venne a trovare il giorno della morte di Ciro e mi disse che da padre capiva il mio dolore”.
La voce della Leardi è serena anche se tradisce il dolore che forse si acuisce nei giorni in cui l’attenzione torna sugli accadimenti che portarono alla morte di Ciro: “Uso tutto questo per dire che mio figlio è stato ucciso da un atto violento, e che quindi tutte le forme di violenza e di odio devono cessare“.
Non cessa invece la ricerca della giustizia da parte della mamma di Ciro: “Si che l’inchiesta prosegue – conclude – io sono alla ricerca della giustizia degli uomini anche se poi confido in quella di Dio. Ci sono stati momenti in cui sembrava si stesse prefigurando una legittima difesa, ma fortunatamente la verità sta venendo a galla”.