Esiste un tassello di Napoli in cui i martedì sera assumono un volto semplicemente diverso rispetto a quelli amorfi, abulici, troppo spesso destinati ad ammuffirsi tra la malinconica nostalgia del week-end end trascorso e la frenetica ed incontenibile attesa di quello che sopraggiungerà e, pertanto, pervasi dall’inconsapevole impossibilità di divertirsi, anche se è “appena” martedì.
Il Rootz Klab, radicato in un autentico e raro spicchio di “budella scoperte” di “mamma Partenope” è anche e soprattutto figlio della passione per la musica, per il divertimento e per le buone vibrazioni e rappresenta lo step evolutivo di un percorso musicale aperto a nuove contaminazioni sonore che dalla scena underground arriveranno ad abbracciare molteplici forme d’arte musicali e visive.
Intento che raggiunge la sua più sublime ed appagante dimensione proprio il martedì sera, quando si veste da “Appartamento Jamaicano”: l’habitat naturale di Dj Mangù, ma soprattutto di “un certo” Valerio Jovine che in materia di reggae music “sembra” che abbia un bel po’ di cose da dire e da dare.
Ieri sera, in quell’amichevole ed accogliente contesto, in cui non puoi esimerti dal brindare con uno sconosciuto, felice perché il papà ha compiuto 50 anni, si è consumata una performance dal vivo di rara e pregevole fattura, grazie all’esibizione de “La Pankina Krew”: una delle rap band più convincenti e genuine della scena musicale partenopea.
Il rap granitico, coinvolgente, deciso, perentorio, alacre, solerte, scaltro, propositivo, di Ivanò e Master Prod sortisce un “effetto bomba” sul pubblico presente, travolto irrimediabilmente da quell’energica onda musicale: uno tsunami di sentimenti, ricordi ed emozioni imbrigliati in rime “ondulatorie e sussultorie”.
E poi c’è Donix: una voce calda, sensuale, disarmante nella sua grintosa dolcezza che rende il clima ancor più incandescente, avvolgendo il pubblico nel più lussurioso e pregevole dei mantelli melodici.
E soprattutto c’è “la punta di diamante” Valerio Jovine con il quale i ragazzi de “La Pankina Krew” hanno inciso un singolo dal titolo “Viaggiare” un remake “modernizzato e napoletanizzato” di “Si viaggiare” di Lucio Battisti.
La voce di Valerio e quello che è in grado di imprimere in una tormenta di note, non è una scoperta, bensì una piacevole conferma che si ripropone in abiti, imprevedibili e diversi, tutte le volte che il “Re del reggae-style” si esibisce dal vivo.
È così che un martedì qualunque, si è facilmente dipinto di colori speciali per merito delle pennellate inferte da quelle voci che meravigliosamente si sono intrecciate.
Tuttavia, tra le mura dell’“Appartamento Jamaicano”, “Jovine” è semplicemente Valerio: uno dei tanti animali notturni affetti da “dipendenza da buona musica”, un uomo, un ragazzo semplice e cordiale che mette da parte l’anima dell’artista, inconsapevole, tuttavia, di quanto ancor più trapeli da ogni suo sorriso. I sogni, la quotidianità, i progetti: questo ha da dire e da dare Valerio, questo è il nitido spiraglio attraverso il quale trapela proprio quell’anima di un uomo semplice che non può che rendere infinitamente grande quella dell’artista.