Continuano ad emergere macabri ed agghiaccianti scoperte intorno alla morte di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni morta nel Parco Verde di Caivano.
Il calvario e le relative sofferenze patite dalla piccola sono state più lunghe di quello che fino a oggi si era creduto. Le violenze e gli abusi subiti dalla piccola sarebbero iniziati in età prescolare, vale a dire due anni prima della sua morte. La sconvolgente rivelazione giunge da un pool di esperti (psichiatri e psicologi dell’età infantile) incaricato dai quattro avvocati difensori della famiglia di analizzare decine di disegni di Fortuna, scaraventata nel vuoto dall’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del Parco Verde di Caivano la mattina del 24 giugno scorso, e deceduta senza aver ripreso conoscenza, qualche minuto dopo il ricovero presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore.
Per gli esperti chiamati in causa nell’indagine difensiva promossa dai legali di parte civile, i racconti grafici della piccola, sarebbero stati nella norma, per forme, colore e personaggi fino a quando la vittima aveva dai tre ai quattro anni. Successivamente, e secondo quando accertato dagli esperti della difesa, le rappresentazioni grafiche della piccola evidenziano un brusco cambio di rotta. Il «sole» insieme con la figura di uomo – per gli esperti il papà finito in carcere per una storia di cd contraffatti – scompaiono dai disegni, mentre quello che la piccola compone sui fogli, evidenzia un marcato stato di sofferenza, psicologica e fisica. Una condizione di dolore chiuso e per forza dell’età che la bimba non riusciva ad elaborare, sostengono gli esperti. Uno stato di shock cronico che avrebbe causato quel calo d’attenzione e quelle difficoltà di apprendimento, manifestate con una certa evidenza nel corso del primo anno delle scuole elementari.
Per questo motivo Fortuna era seguita da un docente di sostegno e faceva logopedia in un centro specializzato di Aversa.